Blak Vomit
Macelleria Soxial

2017, Indiehub
Punk

Note anticonformiste di una band scapigliata, i Blak Vomit sulla scena punk italiana dal 1992 presentano il loro ultimo capovolaro sovversivo "Macelleria Soxial"
Recensione di Alessandra Manini - Pubblicata in data: 21/06/17

Cittadini del mondo, ribelli ed irriverenti, i Blak Vomit, si fanno portavoce di una sub-cultura urbana, con il loro album di ritorno sulle scene più aspre del punk italiano. Valicano con il provocatorio "Macelleria Soxial" la doppia cifra, in una produzione discografica invidiabile dal 1993 con l'album di esordio "Nausea da Punk" ad oggi. Jena Favero voce ed estro della band è accompagnato nelle sue scorribande in musica da Marco Soflan Gallazzi alla chitarra, Stefano Sabo Sabotig al basso e Derrick Bonucci alla batteria. Anche in questo lavoro Iena e compagni mantengono le sonorità punk graffianti ed oneste che li hanno fatti conoscere e apprezzare dal pubblico, arricchite da un'indubbia maturità artistica, tra titoli inequivocabili e il genere testuale "scapigliato" che li ha consacrati nella scena musicale. Nessun riferimento a chimerici sogni nei testi dei Blak Vomit, nessun riflesso, ma urla di un mondo reale che si contorce, un lamento che la band ha saputo rendere una forma d'arte.

 

"Macelleria Soxial", nei suoi nove pezzi, non rinuncia a nulla, l'anticonformismo è in ogni nota senza far mancare quell'ironia tremendamente sincera che rende i testi della band dei veri squarci nell'ignavia della quotidianità corrente. La chitarra di Soflan alterna arpeggi virtuosi a riff energici che il batterista Derrick galvanizza con la personalità che lo strumento esige sposandosi splendidamente con lo spettro sonoro profondo del basso di Sabo e la voce armoniosa di Jena. Ascoltando il lavoro della band si alternano momenti di profonda riflessione fra argomenti di attualità e critica morale a pezzi che si possono toccare nel senso più pragmatico del termine perché capaci di travolgere emotivamente restando sempre con i piedi saldamente a terra. "Ecciao" ha anticipato l'uscita dell'album con un video che non ha bisogno di spiegazioni, esplicito, graffiante e senza alcuna voglia di indorare la pillola, si presenta con un ritmo incalzante ed irresistibile, descrivendo questa realtà fatta di archetipi e nozioni imboccate con il cucchiaino. Il minimal movie realizzato da Enzo Benedetto si racconta nelle sorti dello sventurato protagonista, la liquidità degli eventi si mischia con chiari fermo immagine che portano al risveglio reazionario anche fra i più pacati, in una scossa di adrenalina per saltare a piè pari gli interrogativi del domani e buttarsi per cambiare le rovine di questo oggi. "Freddo" si apre con un giro di basso coinvolgente, il timbro caldo e pieno di Jena Favero che sussurra "quelle parole urlate che non verranno ascoltate da nessuno, neanche uno può capire cosa succede qui" è il battito di un cuore che ha qualcosa da raccontare e non può tacere oltre, in un disco che non si ferma alla mera protesta di piazza, presentando lo spettro di un'interiorità complessa che, esule da spiegazioni ed eventi canonici, non lascia sempre dispiegare e leggere fra le righe del proprio enigmatico viversi."Licenziato al Volo" si incatena all'anima, è una traccia vicina a chiunque tanto da poter essere la colonna sonora di ogni giorno "ho bisogno di vincere, ho paura di perdere", nulla di più vero, nulla di più sincero avvolto in un riff intrigante ed elaborato. Non mancano dall'album anche pezzi di satira sociale come "Soldi", una la canzone che dal vivo non farà mancare l'urlo libero della folla, ritmo e critica sono gli ingredienti irresistibili di questo brano, nel racconto inequivocabile della società attanagliata dal feticcio della merce che si racconta semplicemente con "i soldi ammazzano". Per concludere è doveroso svelare la traccia punto interrogativo, "Lavatrice" è un mondo, è un oblò sull'ordinario che trova spazio per lo straordinario, dove non tutti rinunciano, perché c'è sempre qualcosa da poter apprezzare, qualcosa che ci fa sentire diversi e per questo sempre ognuno capace di sprigionare la propria meraviglia ma qualcuno purtroppo viene ancora "condannato per la sua fantasia", e nell'interpretazione emotivamente coinvolta di Iena si conclude "Lavatrice".

 

Un album frizzante, testi che potremmo definire tranquillamente saggistica, in quanto critici e con un intento divulgativo che rendono la cronaca una colonna sonora. Questi sono i Blak Vomit con il loro "Macelleria Soxial", "oggi è la festa della mia follia e sono qui per festeggiarla, sono io che compro l'anima e muovo i fili dell'emozioni e muovo i fili della canzoni" e "la rivolta dei pensieri, la rivolta dei problemi". Nella lunga estate 2017 speriamo che le occasioni per poter apprezzare le performance dal vivo dei Blak Vomit non manchino, dalle quali torneremo sicuramente senza voce.





01.Cambio
02.Freddo
03.Ecciao
04.Diventa
05.Licenziato al Volo
06.Soldi
07.Ti voglio bene
08.Festa
09.Lavatrice

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool