Make Them Suffer
Worlds Apart

2017, Rise Records
Metalcore

Recensione di Eleonora Muzzi - Pubblicata in data: 13/08/17

Australiani di Perth, i Make Them Suffer offrono una variegata commistione di metalcore con elementi melodici tendenti ad un certo tipo di pop (quello di buona qualità) che però non prende mai il sopravvento in quanto spicca sempre una certa predilezione per i ritmi serrati. Formatisi nel 2008, giusto lo scorso giugno hanno attraversato una rivoluzione della line up proprio pochissimo tempo prima dell'uscita di "Worlds Apart", il loro terzo album.


Esso si incastra pienamente nell'attuale fase che il genere in questione sta attraversando: la saturazione del mercato. Tale frangente sta costringendo molte band a rivoluzionare il proprio sound, chi più lentamente e chi in maniera invece più rapida, virando chi verso il death metal (più o meno melodico), chi verso il deathcore e chi invece verso strade un po' più complesse. Questa è stata la scelta dei Make Them Suffer, infatti "Worlds Apart" è un insolito miscuglio di influenze , tra cui quella già citata di un certo tipo di pop, che si sente in maniera molto marcata sul secondo brano, "Uncharted", a volte anche male assortite che se si riescono a mescolare in una maniera più o meno armoniosa è soltanto per merito di quella cornice "-core" che sa tenere unito il tutto.


L'ascolto di "Worlds Apart" infatti, per quanto ben lontano dall'essere spiacevole, ha un che di straniante, principalmente per colpa del guazzabuglio di sottogeneri che la band ha voluto infilare in ogni brano, tra cui spicca un momento - per quanto brevissimo - di technothrash in "Vortex" e un momento nu in "Power Overwhelming" che non avrebbe stonato in un disco dei Korn. O forse dei Body Count, per certi versi. Il momento puramente anni '90 del ronzio tipico del modem 56k in connessione, poi, è genio puro.


In pratica, "Worlds Apart" è più un disco "antologico", un tentativo di trovare la propria strada percorrendone tante, una diversa dall'altra ma con lo stesso mezzo di trasporto. Alcune sono più lisce e meglio mantenute, per cui il viaggio è tranquillo e non ci sono intoppi, altre invece sono sterrate, tenute male magari, e se si arriva alla fine del viaggio tutti interi, però può succedere che a qualcuno scatti il mal d'auto.


Brutto? No di certo. Strano? Moltissimo. Però pieno di buoni spunti. I Make Them Suffer hanno lanciato molte piccole reti nello stagno del genere, e probabilmente decideranno il proprio futuro in base a quale rete prende più pesci. Un lavoro discreto, non imprescindibile, ma se vi piacciono gli ascolti un po' particolari e impegnativi, potrebbe fare per voi.





01. The First Movement
02. Uncharted
03. Grinding Teeh
04. Vortex (Interdimensional Spiral Hindering Inexplicable Euphoria)
05. Fireworks
06. Contact
07. Power Overwhelming
08. Dead Plains
09. Save Yourself

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool