Management Del Dolore Post-Operatorio
McMao

2014, Universal Music Italia
Alternative Rock

Dietro la copertina, il nulla.
Recensione di Nicolò Rizzo - Pubblicata in data: 07/04/14

Primo maggio 2013, Piazza San Giovanni. Un ragazzo sale sul palco e, con fare da sacerdote, alza al cielo un preservativo ancora incartato a mo' di ostia, storpiando simpaticamente una formula liturgica che invitava alla protezione contro le malattie veneree. Ricordo che per alcuni giorni non s'è parlato d'altro: i bigotti gridavano allo scandalo, i radical chic lo definivano un gesto coraggioso e dovuto, mentre una grande maggioranza del popolo italiano scrollava le spalle indifferente. Io ero uno di questi. Insomma, diciamocelo: alzare un preservativo al cielo dovrebbe essere uno scandalo? O un gesto coraggioso? Sia da una parte che dall'altra, non è stato detto nulla di originale. Uno scandalo, a dire il vero, c'è stato, ma è venuto subito dopo: quando hanno cominciato a suonare.

 

A quasi un anno dallo "scandalo", i Management del Dolore Post-Operatorio, sfruttando la nomea di band "irriverente" e "controversa", tornano con un secondo album, "McMao", che, questa volta, vuole essere provocatorio già dal titolo e dalla copertina, con il faccione di Mao Tse Tung truccato come Ronald McDonald su sfondo lilla. Scelta azzeccata, non c'è che dire: anch'io mi sono incuriosito, chiedendomi che cosa mai avesse da dire di così originale un gruppo che, già un anno fa, aveva scoperto l'esistenza degli strumenti di profilassi. La risposta, purtroppo, era ovvia: assolutamente nulla. Musicalmente parlando, ci sono delle ritmiche azzeccate (vedi "Fragole Buone Buone" o "Coccodè") e dei ritornelli vincenti come in "La pasticca blu", ma sono cose che all'interno di un album vuoto e frivolo come questo acquistano lo stesso valore di una citazione di Kubrick all'interno di un film dei fratelli Vanzina: ancora una volta, assolutamente nulla. Ancora una volta, il mercato discografico italiano tenta di adescare il pubblico con un prodotto che, con la sua facciata di protesta sociale, finisce per essere soltanto un'esca amara che nasconde un amo arrugginito, da cui, se sei fortunato, ne esci col tetano. Ascoltando i testi, è facile individuare il pubblico ideale del Management Post-Operatorio: studenti "arrabbiati" che si identificano in frasi come "il posto più pericoloso non è Baghdad, il posto più pericoloso è il cesso dell'università" ("Coccodè", dove un minuto di silenzio per la metrica è doveroso), radical chic che non sanno riconoscere l'insignificanza dei testi che ascoltano (o forse sì, ma allegando un pippone su quanto proprio la banalità dei contenuti sia il loro punto di forza) e, ovviamente, i soliti hipsteroidi che ascoltano tutto quello che non è ancora stato metabolizzato dalla massa. Risulta difficile da capire come dei testi così banali e scontati ("Il cinematografo" ha dato nuovo lustro ai luoghi comuni), incastrati in motivetti da cartoni animati giapponesi, riescano davvero a rappresentare una parte consistente della società e finire dei brani da cartone animato giapponese sotto la sigla di "rock di protesta". Sarò nostalgico, ma a vent'anni esatti dalla morte di Cobain, è triste vedere come oggi la protesta si esaurisca nei contorni di una chierica e in un preservativo sventolato in una piazza. Una volta ci si incazzava ascoltando i CCCP, oggi invece ci circondiamo di un alone di superiorità intellettuale canticchiando "fragole buone buone". A questo proposito, tanto di cappello: è dannatamente orecchiabile.

 

Insomma, "McMao" è un album profondo solo di facciata, che si esaurisce in testi facili e in arrangiamenti elettronici da far invidia al compositore del 3310. I Management del Dolore Post-Operatorio sono un gruppo di pifferai che tenta di attirare a sé sedicenni alternativi che, in qualche modo, trovano in loro una valvola di sfogo ormonale. Una nota positiva c'è: non si rimane sedicenni per tutta la vita.





01. Coccodè
02. Fragole buone buone
03. Hanno ucciso un drogato
04. Il cantico delle fotografie
05. Il cinematografo
06. James Douglas Morrison
07. La pasticca blu
08. La rapina collettiva
09. La scuola cimiteriale
10. Oggi chi sono
11. Requiem per una madre

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