Nulla di scomposto o fuori luogo nel secondo EP dei March Division, quartetto lombardo dedito al difficile addomesticamento di un synh rock dalle marcate, e anche abbastanza azzeccate, tinte pop. No, nessuna cover di "Personal Jesus", da queste parti. Ed è vero, si ricorda un po' l'andazzo musicale degli A Life Divided, ma per fortuna della proposta (neanche troppo buona) dei tedeschi si ha solo un sentore, non una totale copia.
I sei brani racchiusi in questo "Post Meridian EP" seguono un andamento ben preciso, che mette ben in mostra il sound proposto da Andy Vitali, Emanuele Platania, Stefano Lai e Mattia Pissavini. A curare la scrittura dell'EP, alla cui base sembra esserci quasi una ricerca d'identità, è lo stesso vocalist Andy Vitali, ottimo anche nel curarne la produzione, arricchita da riverberi, voci smussate, suoni digitali e programming che non temono giudizio. E il lavoro riesce anche a difendersi bene per quanto riguarda il fattore "ritornelli": brani come "Right On My Way", o anche "Dig It", fugano ogni possibile dubbio e accentuano nuovamente il talento, questa volta vocale, di Vitali, nella padronanza del proprio strumento, come anche dell'inglese (sicuramente un grande punto a favore per la credibilità della band).
Cosa rimarrà dopo l'ascolto? Un riascolto, sicuramente. Tensioni space-rock, cadenze drum'n'bass e qualche traccia di synth bass rifiniscono le ultime tracce di questo EP, nel complesso convincente testimonianza dell'ottimo lavoro dei March Division.