Dopo sei anni di pausa i Marsh Mallows hanno più di una storia da raccontare. “V”, la sintesi del loro sound unico a cavallo tra Rock, Punk e Metal, le raccoglie tutte in un esplosivo concentrato di sincerità, rammarico e personalità. Ciò che resta della prima metà dell’album è, oltre all’impatto dirompente di batteria e cori, la storia di “Lei” ed del suo “narcisismo smisurato”. In una manciata di accordi è incatenato un pezzo coinvolgente e riflessivo. Il disco si incupisce da dopo “Interlude” ma regala da questo punto in poi una sorprendente variabilità: i testi sociali, aspri ed estremi si scontrano con sonorità quasi metalcore in “Protagonisti della Storia”, l’intro acustica e il riff di “Los Angeles Confidence” fondono malinconia ed irruenza, ritmi serrati in “Dolore Acuto” e “La Nostra Vita”. Non manca l’ironia Punk in “Mad Bread 2014” e con due cover d’eccezione (“Alien” e “Civil War”, elogio rispettivamente a Pennywise e Motorhead) si chiude il quinto album della formazione romagnola. “V” è la prova che tanti anni di silenzio hanno fomentato una notevole creatività: la variabilità espressa è una caratteristica basilare di cui questo sottogenere energico si ciba voracemente.
Explicit Hardcore nazionale: il giusto compromesso tra velocità, ricerca della melodia e ritmo. Il ritorno in scena dei Marsh Mallows è generazionalmente prezioso e musicalmente accecante: attivi dal 1998 con cinque album e più di 300 concerti in tutta Europa, Jim, Fabs, Andy, Jackie e Teo tornano in gioco carichi di numeri, esperienza, elegante arroganza e, soprattutto, con un disco ben costruito che illumina la scena Punk italiana.