Maschine
Rubidium

2013, InsideOut Music
Prog Metal

Recensione di Riccardo Coppola - Pubblicata in data: 04/09/13

Capita raramente, in occasione del classico vagabondaggio per il web alla ricerca di informazioni su una band esordiente, di trovare opinioni tanto contrastanti quanto lo sono quelle sui Maschine. Se il freschissimo collettivo guidato da Luke Machin (voci e chitarre nei The Tangent) è riuscito a farsi indicare, anche da testate di assoluto rilievo, come next big thing dell'universo prog metal, al tempo stesso sono fioccate in gran quantità ferocissime critiche, la più caustica delle quali campeggiava su YouTube fino a qualche giorno fa, appena sotto il primo pezzo estratto dall'album d'esordio: "Dreadful, plagiaristic, backward-looking, technically very efficient but empty of any joy or sex. Oh, sorry. Hadn't realised it was 'prog'. My bad, carry on."

 

E, in effetti, il biglietto da visita di cui viene fatto omaggio all'ascoltatore con il singolo "The Fallen" potrebbe facilmente indurre a concordare in toto col sopracitato commento: il brano si presenta come un raggelante e completissimo catalogo dei peggiori cliché del prog iper-tecnico, infarcito di irritanti giri di tastiere, chitarre sferraglianti, silenzi improvvisi e ripartenze che non portano assolutamente da nessuna parte. Per fortuna, però, col passare dei minuti "Rubidium" riesce in parte a riscattarsi: grazie al progressivo allentarsi delle maglie di un sound inizialmente fin troppo scolastico, intransigente e freddo, cominciano a farsi largo, tra i fiati della delicata "Invincible", i semplici ed efficaci riff di "Venga" o l'incendere accelerato e quasi mediterraneo di "Cubixstro", piccoli soffi di sentimento, tenui barlumi di creatività. 

 

Con uno stile che si avvicina sempre più a quello istrionico, intricato ma al tempo stesso morbido dei primi Pain Of Salvation (guarda caso, i nostri ai tempi dei primi demo si facevano chiamare Concrete Lake) i Maschine nei soli cinquanta minuti del loro esordio percorrono svariate tappe di un processo di crescita zoppicante ma continuo, che se riprodotto su larga scala potrebbe regalare al mondo del prog, nel giro di qualche anno, una nuova validissima realtà. Nell'attesa di una seconda prova che confermi o smentisca le nostre aspettative, ci accontenteremo di questo derivativo e imperfetto "Rubidium", che sarà un album esaltante per pochi e terribile per molti, ma che in fondo un ascolto, anche soltanto per decidere da che parte stare, lo merita.





01. The Fallen

02. Rubidium

03. Cubixstro

04. Invincible

05. Venga

06. Eyes Pt. 1

07. Eyes Pt. 2 

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