Tecnicamente, ciò che realmente differenzia questo disco dai precedenti episodi è semplicemente la scelta della scaletta, estremamente variegata. O almeno, (di nuovo) più della media, ecco. Forse lievemente troppo. Se infatti i Beatles ("In My Life"), Bob Dylan ("I Shall Be Released") e persino Tracy Chapman ("Baby Can I Hold You) sono soggetti più che idonei e omogeneamente legati tra loro, si ha la chiara e fastidiosa sensazione giunti a metà dell'opera che si è andati leggermente "oltre" con i ritmi da discoteca di "Just for You" (ancor più marcati dell'originale di Lionel Richie), che guardano più allo stile di "Sadisfaction" (1991), lontano anni luce da quello della saga. Resta comunque un caso del tutto isolato, in quanto le altre canzoni - quasi tutte ruotanti attorno al fulcro comune del nostalgico addio, ben evidenziato da "Living Years", "Farewell" e poi verso la conclusione dall'eterna "Time To Say Goodbye" ("Con Te Partirò") - rimangono compatte ad un alto livello esecutivo.
I momenti più accorati sono però sicuramente quelli riconducibili alla penna autentica dei Gregorian, ossia la magistrale opener "Masters Of Chant" in cui spicca tra le perfette intonazioni maschili la voce angelica della "solita" e preziosa Amelia Brightman (sorella della più conosciuta Sarah ed altrettanto dotata) e "Good Night, Companions" che fa calare il sipario nel migliore dei modi, ringraziando tutti e lasciando un sottile amaro in bocca dinnanzi alla finale constatazione della malinconica rarità degli spunti veramente genuini dei Gregorian, sempre di eccelsa qualità, eppur sommersi negli anni dalle tantissime (ma comunque splendide) cover.
Good night companions, it is time for us to go
There're a few things we must say while we're getting on our way
heres to life and heres to you!
Thank you for your love and for singing along
For all your support, for making us strong
Thanks for the applause that will echo through times
for laughs and for tears
in these past 15 years.
Scontatamente consigliato per tutti gli appassionati del genere, per i collezionisti che hanno seguito la saga e vogliono completarla e per coloro che semplicemente vogliono rilassarsi con della musica coinvolgente, per tutti gli altri invece che non sono alla ricerca della pace dei sensi attraverso le note il discorso è semplice ma complicato, come ama dire Frank: se oggettivamente non si può discutere della bontà nell'esecuzione totale e della spiccata qualità pop e easy-listening dell'opera, è altrettanto innegabile che i canti gregoriani soggettivamente piacciono in ogni caso soltanto a chi ama i canti gregoriani o comunque a chi è aperto all'ascolto. Non posso che suggerire dunque di provare: al massimo avrete ascoltato "soltanto" un buon disco.