Mastodon
Cold Dark Place

2017, Warner Records
Metal

Più che raccolta di b-side, “Cold Dark Place” è un lato “alternativo” dei Mastodon stessi: un lavoro più intimo e nascosto, che mostra una facciata meno conosciuta del quartetto di Altanta
Recensione di Isadora Troiano - Pubblicata in data: 22/09/17

Poter avere a distanza di pochi mesi ben due nuovi lavori dei Mastodon è sicuramente una gioia, per i fan della band di Atlanta, sapere che un altro gioiellino stia per arrivare tra loro mani e orecchie. Si, perché il “posto freddo e buio” in cui i Mastodon hanno intenzione di condurre i propri fan è una piccola perla, quattro brani che rivelano forse l’anima più intimista e nascosta del roccioso quartetto, e che ne dimostra, ancora una volta, la capacità artistica. 
 
 
Cold Dark Place” è una raccolta di cui si parlava già da mesi, prima dell’arrivo sugli scaffali di “Emperor of Sand”; il chitarrista Brent Hinds aveva parlato di alcuni brani, scritti interamente da lui, già pronti insieme a quelli che sono poi andati a finire nel disco “ufficiale” della band, tracce composte in seguito alla dolorosa rottura di una relazione importante. Si vociferava quindi, in via del tutto non ufficiale, l’uscita di un album “alternativo”, addirittura forse solo a nome di Hinds; e invece non solo “Cold Dark Place” esce ufficialmente a nome Mastodon ma racchiude, nei suoi quattro elementi costituenti, tutta l’essenza della band statunitense e dimostra la grande sintonia che esiste tra i musicisti, frutto della loro lunga carriera insieme. 
 
 
L’EP si apre con il brano “North Side Star”, una melancolica ballata fatta di arpeggi che, in crescendo, si trasformano in un riff affilato, su cui si intrecciano le voci dei musicisti. Non mancano gli assoli psichedelici tipici di Hinds, che danno alla canzone il sapore lisergico degli anni ’70. 
Con il brano seguente “Blue Walsh”, i Mastodon tornano ad attingere a piene mani alle proprie radici più prog rock: le voci del batterista Brann Dailor, del chitarrista Brent Hinds e del bassista Troy Sanders sono protagoniste, si incastrano tra loro per dettare lo scorrere della traccia mentre il riffing distorto e le linee ritmiche dettate da Dailor e Sanders fanno da cornice a un pezzo in puro stile Mastodon.
Il terzo posto nell’EP è occupato dalla già nota “Toes to Toes” che era già stata diffusa dalla band come anteprima di “Cold Dark Place”. Si tratta della canzone più orecchiabile della raccolta, con un ritornello che resta bene impresso e che strizza l’occhio a una fetta di pubblico maggiore, con il cantato pulito e il riff principale più accattivante. Il pezzo viene comunque impreziosito dall’epico solo finale, coniugando felicemente melodia e tecnica. 
Si arriva così al brano di chiusura e che da il nome all’EP: “Cold Dark Place” è il pezzo più bello della raccolta, rappresenta una commistione di delicatezza e potenza in un’atmosfera cupa e buia, come da titolo, del resto. Il pezzo si sviluppa partendo da una base acustica di arpeggi in minore, in cui la chitarra di Brent Hinds e la sua voce la fanno da padrone, mentre il resto della band si occupa di creare un tappeto ritmico sul quale far spiccare il volo al tutto. Si sviluppa un crescendo di giochi chitarristici che si chiude con un lungo assolo, che ricorda a tratti il mondo onirico e tenebroso di “Crack The Skye” ma anche le sonorità dell’ultimo lavoro “Emperor Of Sand”. 
 
 
Più che collezione di b-side, “Cold Dark Place” può essere considerato un lato “alternativo” dei Mastodon stessi: un lavoro più intimo e nascosto, che mostra una facciata meno conosciuta del quartetto di Altanta, che coniuga il loro passato e il loro presente in una chiave diversa rispetto al materiale a cui siamo abituati. 
Tirando le somme, “Cold Dark Place” è una raccolta piccola ma di classe, un distillato dell’attitudine dei Mastodon e della loro capacità compositiva che però non risulta semplice esercizio di stile, tutt’altro: è un EP che contiene musica di ottima qualità, liriche introspettive e sentimenti messi a nudo con sensibilità e tecnica, un’ulteriore riprova, se mai ce ne fosse stato bisogno, del talento di questa band. 





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