DIRA
Mi Psicanalizzai

2018, Autoproduzione
Pop / Indie Rock

DIRA si racconta trasformando il vissuto interiore in un'opera esemplificativa, dove non mancano allegria e introspezione

Recensione di Simone Zangarelli - Pubblicata in data: 11/03/18

L'arte dell'autoanalisi non è certo per tutti ma a quanto pare Claudia Gallanti, in arte DIRA, è riuscita a trasformare un bisogno quasi fisico, quello di scrivere musica e conoscere sé stessa, nel suo primo EP autoprodotto dal titolo "Mi Psicanalizzai". Voce pulita e carattere sensibile, la cantautrice marchigiana si svela in un disco leggero e creativo dove le musiche e l'impostazione canora richiamano lo stile delle più note Elisa e di Levante. Il filo che lega tutti i brani dell'album è la forza di affrontare i mostri che albergano nella mente di ognuno di noi: il senso di inadeguatezza, la paura di un futuro incerto, la voglia di cambiamento e, inevitabilmente, i rapporti di coppia. Il risultato è uno sguardo personale ed intimo su temi condivisi che DIRA restituisce con semplicità, fornendo alla propria musica una funzione quasi esemplificativa.



Il brano d'apertura, "Roma", inizia con una sequenza di sensazioni ed oggetti evocativi, per poi culminare nel ritornello: "Lasciatemi urlare / liberare le vene da questo dolore", una vera e propria dichiarazione di intenti da parte dell'artista. È la chitarra ad introdurre il pezzo, come nella traccia successiva "Bla Bla Bla", in cui DIRA dimostra di aver assimilato ottimamente la lezione canora di Elisa, soprattutto nelle parti alte. I sintetizzatori distorti del ritornello creano contrasto con l'acustica pulita, mentre la ritmica rimane essenziale. "Senza Scarpe" è uno dei pezzi più malinconici del disco, il pianoforte introduttivo percorre la stessa lunghezza d'onda emotiva del testo, ricalcando in alcuni momenti il linguaggio espressivo di Arisa. La title track, "Mi Psicanalizzai Da Me", conferisce una sferzata di originalità all'intero EP, prima di tutto dal punto di vista strumentale: i cambi di ritmo e atmosfere tra strofe, ritornello e special sono ben coordinati, dai legati della chitarra all'utilizzo dei synth fino alla sezione ritmica. È in "Come Si Fa" che la protagonista si dimostra davvero convincente e padrona del pezzo, lo sfondo creato dai sintetizzatori è un ottimo trampolino per lanciare voce e cori, che si amalgamano in modo suggestivo al resto della base. Si chiude con la fragilità de "Il Sorriso Dei Mostri", che sembra quasi racchiudere tutto il percorso psicanalitico dei brani precedenti. Chitarra e pianoforte incontrano il basso durante il ritornello mentre la voce di DIRA indossa la base come un vestito elegante. Il risultato è una danza accompagnata dalle parole di resilienza che la cantante esprime fluttuando fino alla fine.


Con "Mi Psicanalizzai", Dira dimostra di non parlare unicamente a sé stessa, ma di trasformare la propria individualità in un esempio di messa in discussione personale, un processo doloroso ma necessario per raggiungere la serenità. Sebbene ci sia ancora lavoro da fare sul fronte testuale, la giovane artista non teme di cercare una sua dimensione denudandosi delle sovrastrutture, senza lasciarsi trasportare dalle aspettative di originalità o di perfezione stilistica, ma mostrandosi in tutta la sua solida delicatezza.

 
Ascolta QUI lo streaming!

 





01. Roma

02. Bla Bla Bla

03. Senza Scarpe

04. Mi Psicanalizzai Da Me
05. Come Si Fa
06. Il Sorriso Dei Mostri

 

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