Michael Monroe
Horns And Halos

2013, Universal Music/Spinefarm Records
Hard Rock

Recensione di Chiara Frizza - Pubblicata in data: 20/09/13

Con l’inizio di Settembre è arrivato anche il nuovo lavoro solista di Michael Monroe, ex-frontman dei grandi Hanoi Rocks, ormai ben lanciato sulla strada di solo artist. ”Horns And Halos” –così si intitola l’ultimo arrivato –giunge a due anni dall’entusiasmante “Sensory Overdrive”, dopo un duro lavoro in studio. Lavoro che a quanto pare ha dato i suoi frutti: la nuova creazione del biondissimo Monroe non solo è entrata prepotentemente al primo posto della classifica finlandese, ma dopo una sola settimana di uscita si era già aggiudicata il disco d’oro, e per quanto il numero di copie necessarie ad ottenere il disco d’oro in Finlandia (10,000, NdR) sia più basso rispetto allo standard di altri paesi, Italia compresa, è comunque un risultato non indifferente.

 

E come dargli torto? Queste nuove undici tracce racchiudono un’energia esplosiva e invidiabile, presentando un Michael Monroe in ottima forma che parte subito alla carica con l’adrenalinica opener “TNT Diet”, scivolando poi nell’animo spiccatamente punk del primo singolo estratto dal full-length, “Ballad Of The East Side”, che racconta le avventure newyorkesi degli anni degli esordi, quando il finlandese si trasferì nella Grande Mela in cerca del successo che stentava ad arrivare in Europa. Tonalità quasi blues animano “Eighteen Angels” e un po’ si rimpiangono gli Hanoi Rocks con “Saturday Night Special”, che sembra arrivare dritta dritta dalle produzioni 80s della band, con il suo assolo trascinante e il ritmo ultra-orecchiabile.

 

Melodie meno tirate per “Stained Glass Heart”, che ha il tono della ballad senza esserlo a tutti gli effetti, un piccolo break prima di tornare ai ritmi forsennati della title-track “Horns And Halos”, ottima candidata per gli show dal vivo insieme a “Ritual”. Puro Rock N’Roll per “Child Of The Revolution”, che fa subito pensare – e del tutto in positivo – ai leggendari Rolling Stones e all’attitudine sfacciata che ogni rockstar che si rispetti doveva avere e al umore stesso delle produzioni dell’epoca. In quanto a sfacciataggine, “Soul Surrender” e “Half The Way” non sono certo da meno. Si chiude in bellezza con “Hands Are Tied”, ritorno a melodie puramente rock e impreziosita dalla presenza del sassofono, suonato dallo stesso Monroe su un finale travolgente che lascia storditi, oltre che hungry for more, come direbbero gli inglesi.
 

C’è una piccola perla dopo l’altra in quest’album, ognuna delle quali s’incastra alla perfezione in un lavoro praticamente privo di sbavature; in un periodo in cui spesso ai giovani artisti mancano le idee o il giusto spunto per metterle in pratica è un veterano del rock a dare una scossa alla scena, con un “Horns And Halos” a lungo atteso. Attesa che è ampiamente valsa la pena.





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