Michale Graves
Vagabond

2013, Hydraulic Entertainment
Punk Rock

Recensione di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 24/03/15

Michale Graves sa usare Facebook ma è caduto nel ciclo della dimenticanza. Era fisiologico, quasi ovvio. Un po' se l'è cercata, dopo aver chiuso la parentesi coi Misfits, ed è per questo che ha fatto di necessità virtù, vagabondando in solitario per scenari sconosciuti e desolati, isolandosi, dimenticando la paura, il sudore, il sangue che brillava innanzi a lui, Jerry e Paul. Come un ramingo nelle lande del cemento, Graves ha girato il mondo suonando - in postacci solo parzialmente adattati alla musica - i pezzi dei Misfits, accompagnato dalla sola chitarra di legno, per quei fan rispettosi che non lo hanno mai abbandonato. "Vagabond", da cui deriva un album interamente acustico, registrato volutamente male e accostabile ad un recital di un uomo vissuto e nostalgico, è la storia di questo moderno isolamento. Una storia che è tristezza nella conclusione dell'ennesima riproposizione di "Dig Up Her Bones", ma anche la cruda realtà che rivela un artista ancora prodigo di idee e di intenzioni ma troppo alternativo per una terra che non è più in grado di apprezzare esperienze di questo tipo.



01. All The Hallways
02. Hold Onto Yesterday
03. Revolution By Candlelight
04. Burn, Baby, Burn
05. Ode To Heath
06. Best Of Me
07. Vagabond
08. Break Me Out
09. I Can Feel Heaven
10. Chasing The Wind
11. Oh, Please, Why?
12. Train To The End Of The World
13. When We Were Angels (Studio B/Vagabond Session)
14. Dig Up Her Bones (Studio B/Vagabond Session)

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