Dopo un'
assenza decennale dal mercato discografico, i
Mind Key ricompaiono sulle scene con un nuovo LP,
"MK III - Aliens In Wonderland", che, ancora una volta, riesce nell'intento dei due precedenti lavori: quello di tradurre l'amore per
Dream Theater,
Evergrey e
Journey in una serie di brani inediti magari derivativi nella forma, tuttavia abbastanza brillanti nell'interpretazione e nella resa. Un'opera, dunque, compatta e priva di sbavature: da sottolineare la cura maniacale del
songwriting, dal momento che la struttura dei pezzi, complessa senza mai cadere in astrusità cervellotiche, adotta la regolarità strofica del melodic rock imperniandosi, però, sulle cadenze articolate e le tempeste digressive del più classico prog metal. Simile attenzione viene riservata a una produzione in grado di dar rilievo agli incroci degli strumenti e ai virtuosismi dei singoli musicisti.
Con un singer, poi, dell'estensione e del timbro di Aurelio Fierro Jr., il gioco, ovviamente, diventa di facile conduzione; al resto pensano l'ascia di Emnuele Colella, così duttile da trascorrere con disinvoltura dalle lusinghe alle strigliate, e i ricami di tastiera di Dario De Cicco, una vera e propria seconda chitarra capace di costruire muri fusion di notevole fascino.
La forza di canzoni come la title track, "Hank (The Blazing Eyes)" o "Hate Of First Sight" sta nella miscela equilibrata di armonia, groove e pesantezza; "Angry Men" e "Psycho World", invece, preferiscono attraccare in incisivi e stradaioli lidi hard, mentre le rotture sinfoniche di "Be-Polar" e l'ebbrezza ritmica di "Vertigo (Where The Cold Wind Blows)" contribuiscono ad arricchire il lotto di sfumature sorprendenti. Estrema varietà, dunque, per un album a cui bisogna, con onestà, muovere un paio di appunti: l'uno nei confronti di due power ballad alquanto soporifere ("Hands Off Cain" e "Oblivion"), l'altro in direzione dell'artwork, aderente al titolo del platter, ma forse troppo buffo e cartoonesco se guardiamo ai temi esistenziali trattati nelle liriche.
Dal 2009 ne è passata di acqua sotto i ponti, eppure sembra che per i nostrani Mind Key il lungo periodo di inattività abbia veicolato soltanto certezze: "MK III - Aliens In Wonderland" lascia, nelle orecchie, il gusto piacevole di un bentornato. Di qualità.