Karl Marx che va a braccetto con Nick Cave mentre sullo sfondo i Jesus & Mary Chain sono seduti tranquillamente al bar a chiacchierare con Walter Benjamin. Un'immagine alquanto fuori dagli schemi, che accosta tematiche ed ambiti antitetici, ma che riesce a delineare in modo alquanto preciso la summa della musica proposta dai Misère De La Philosophie nel loro album d'esordio. Il gruppo, originario di Piombino, pur essendo attivo dal 2010 ha voluto (intenzionalmente o meno, non ci è dato saperlo) attendere ben quattro anni prima di dare alle stampe questa opera prima: considerando che nell'era del digitale, dove chiunque può registrare un album a casa propria, questi cinque ragazzi si siano "trattenuti" dal farlo per un numero consistente di anni, è già un buon indizio della cura che vi hanno voluto riversare. Quattro anni, si diceva, durante i quali vi è stato sicuramente modo di affinare l'intesa tra i vari componenti e di trovare un proprio stile entro il quale far confluire tutte le influenze, musicali e concettuali, che stanno alla base di questo album. La particolarità del progetto Misère De La Philosophie, ed una cura dei concetti presentati attraverso le loro canzoni, sono ben evidenti già dalla scelta del monicker, preso dal titolo di un libro di Karl Marx, o ancora dal logo presente in copertina che stilizza le iniziali del monicker in forma di fabbrica, con un chiaro rimando alla natura di tipo industriale della loro città d'appartenenza.
"Ka-Meh" è un buon concentrato di rock psichedelico, che guarda per la maggior parte del tempo al passato, sia italiano (con ombre del beat anni '60) che internazionale (psichedelia anni '60 e ‘80, ma anche contaminazioni più recenti, come i Jesus & Mary Chain). Nulla di nuovo, quindi, nulla di innovativo, ma non sempre tutto ciò è un male, soprattutto quando questi echi del passato vengono abilmente rimaneggiati e ricostruiti seguendo uno stile personale come fanno i Misère De La Philosophie. I testi visionari (tutti rigorosamente in italiano), la voce magnetica di Sebastiano Taccola, le chitarre ipnotiche, sono elementi che giocano a favore dei cinque toscani e permettono loro di rendersi distinguibili all'interno del calderone delle produzioni italiane.
Chi ben comincia è a metà dell'opera, e di certo i Misère De La Philosophie hanno iniziato nel modo migliore, presentandosi con un buon album, forse non fruibile dalle grandi masse, ma che rivelerà molte sorprese ai coraggiosi che lo ascolteranno.