Miss Chain & The Broken Heels
The Dawn

2013, Tre Accordi Records
Pop Rock

Recensione di Chiara Frizza - Pubblicata in data: 24/02/13

Promette bene il 2013 di Astrid, Silva, Franz e Brown, meglio conosciuti come Miss Chain & The Broken Heels. Il quartetto italiano è fresco di release del nuovo album, “The Dawn”, registrato con la collaborazione del produttore Pierluigi Ballarin ai T.U.P. Studio di Brescia in due settimane di presa diretta, tra sperimentazioni spontanee e registrazioni su nastro, alla vecchia maniera, come si conviene ad una band che propone un Rock n’Roll di ispirazione sixties e contrariamente all’uso ormai fin troppo diffuso del digitale. Il risultato è una manciata di tracce fresche e piacevoli da ascoltare, una mezz’ora che scorre veloce grazie al sapore rétro delle chitarre e della batteria, che rimandano dritte dritte al meglio del pop angloamericano degli anni ’50-’60 (“The Dawn Is Me”, “Don’t Look Back”, “Tell Me Why”). In questo mix creato con cura non manca l’elemento personale, supportato dalla buona prova vocale di Astrid, la cui voce ricorda quella delle dive che entravano nelle case di tutti gli americani dalle radio e dallo schermo del televisore che trasmetteva l’Ed Sullivan Show.  E un brano come “Little Boy”, con la giusta carica data dal connubio voce/chitarra, all’Ed Sullivan Show non avrebbe certo sfigurato, anzi. Non mancano piccoli tocchi inaspettati e interessanti, come l’aria western di “Calcutta” e “Quack” e il country di “Let Us Shine”, fino ad arrivare alla sperimentazione psychedelic rock della strumentale “Lazy Tide”.

Non è niente di particolarmente nuovo o travolgente quello che propongono Miss Chain & The Broken Heels, anzi. Ma il punto è proprio questo, c’è davvero la necessità di tentare di “inventare”, stupire a tutti i costi, quando si può comporre un buon album rock nel vero senso del termine? “The Dawn” riporta ad un tempo in cui tutto (o quasi) era ancora da scrivere, e lo si scriveva con semplicità e senza troppi artifici, che è proprio quello che accade in questo album. E forse sono in tanti a dover prendere esempio da Miss Astrid e soci, dimenticare le tecnologie moderne e fare qualche passo indietro, quando la melodia era la cosa più importante e il feeling delle canzoni molto più spontaneo e sbarazzino, senza la voglia di shock.



01. The Dawn Is Me
02. Calcutta
03. There's A Ghost
04. Don't Look Back
05. Tell Me Why
06. It's Gone
07. Little Boy
08. Quack
09. Let Us Shine
10. Lazy Tide
11. Rainbow

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