Tra le loro principali ispirazioni spiccano The Mars Volta, Red Hot Chili Peppers, Led Zeppelin e Bootsy Collins, ma una primissima associazione, tra le note di "Toxic Brother", non può che essere fatta con i King Gizzard & The Lizard Wizard, altra realtà che dell'avanguardismo e della varietà di genere ha fatto un proprio marchio di fabbrica. La vera opener, dopo l'intro di "Tapedeck", richiama, insieme alla successiva "Crystals In The Sky", la matrice thrash e il cantato vintage di "Infest The Rats' Nest" e anticipa le atmosfere psichedeliche che il disco saprà fondere con ritmiche prettamente funk, a partire da "I'm Your President", traccia che segna un primo punto di svolta in "Cyberfunk!".
Da qui in avanti, infatti, l'album è una continua sorpresa: un insieme di pezzi che vanno ad esplorare una gamma incredibilmente ampia di spazi musicali in maniera più o meno riuscita, ma certamente efficace nel tenere sempre alto il coinvolgimento. Le lente e blueseggianti ritmiche di "Love Your Smell" e "Gloria", lo space elettronico di "Cybernova", le atmosfere dance-pop di "Hit On Your Girl", la base quasi hip hop di "Lonely Rider"; tutti ingredienti che dimostrano grande maturità artistica e versatilità da parte del terzetto austriaco. "The Operator" è poi un'altra traccia da segnalare all'interno del disco, probabilmente la più emblematica nel sintetizzare questa moltitudine di colori.
"Cyberfunk!" rappresenta sicuramente una possibilità concreta di uscire allo scoperto per i Mother's Cake, band che dimostra varietà e al contempo concretezza nella propria interpretazione di questa grande moltitudine di stili. È un album divertente e scorrevole, non certo perfetto e privo di ristagni, ma sicuramente un messaggio preciso e solido ad un pubblico nuovo e sempre più numeroso.