Mr. Bungle
The Night They Came Home

2021, Ipecac Recordings
Crossover/Thrash Metal

Paura e delirio nella Public Library di Eureka: i Mr. Bungle sono tornati a casa.
Recensione di Giampiero Pelusi - Pubblicata in data: 16/06/21

Che cosa rappresentano i Mr. Bungle se non la sublimazione musicale della stravagante, schizzata, talentuosa mente contorta di quel geniaccio di Mike Patton? "Mr. Bungle" e "Disco Volante" sono stati il ritratto sonoro di una lucida follia alla base di un concetto musicale sostanzialmente inclassificabile. E forse è proprio questo l'aspetto più invitante del gruppo di Eureka: la capacità di spiazzare, noncuranti di possibili stravolgimenti nei fattori che gravitano attorno al loro nucleo. Il 2020, difatti, ha sancito la reunion (parziale) degli istrionici musicisti statunitensi dopo circa vent'anni di fermo, accompagnati dal supporto di due titani del thrash metal come Scott Ian e Dave Lombardo. E se i Mr. Bungle sono maestri nello spiazzare, "The Raging Wrath Of The Easter Bunny Demo" (2020) lo fa nel modo più efferato possibile. Dall'eccentrico turbinio eterogeneo di generi che veniva fuori nel già citato "Disco Volante", si torna, dopo vent'anni, al più grezzo e affilato thrash metal delle origini. Se gran parte dei fan si è sentita tradita amaramente da tale scelta, non si può non sottolineare la qualità eccelsa dell'album sfornato da Patton e soci, una delle migliori uscite del genere dello scorso anno. Quindi quale miglior occasione per celebrarlo se non proprio nella loro Eureka, la città dove dove tutto ebbe inizio?

 

"The Night They Came Home" è uno spettacolo sotto tutti i punti di vista: cinque brutti ceffi, rinchiusi nella Public Library di Eureka, a divertirsi come ragazzini indemoniati faccia a faccia con una selezionatissima platea di casi umani (tra le tante comparsate troviamo Henry Rollins, King Buzzo e Joshua Homme, tutti in ruoli esilaranti). Più di un'ora di concerto sfrenato, orchestrato e diretto dalla testa piena di treccine di un Mike Patton che sembra invecchiare come un buon vino d'annata. Le sfuriate spezzaossa di "Anarchy Up Your Anus", "Raping Your Mind" e di "Bungle Grind" sono presentate come portate di un menù rancido da Neil Hamburger. Violenza viscerale bruta ed una dose spropositata di essenza punk hardcore trasudano dall'involucro che ricopre l'amorfa creatura generata dagli americani, così come si può notare chiaramente dalle cover inserite in scaletta: "World Up My Ass" dei Circle Jerks, la classica riproposizione dei S.O.D. con "Hypocrites/Habla Español O Muere" o la massacrante "Loss For Words" dei Corrosion Of Conformity di "Animosity".

 

Non c'è un attimo di respiro, se non in qualche traccia più ponderata come nel caso di "Eracist", molto più groovy, o di "Methematics", maggiormente incentrata sui cambi di tempo. Se c'è un qualcosa di oggettivo da poter confermare dopo la visione e l'ascolto di "The Night They Came Home", è la brillantezza tecnica di cinque musicisti fenomenali: si fa fatica a trovare delle sbavature in una performance a dir poco sublime, Trey Spruance e Scott Ian, non serve nemmeno ribadirlo, fanno viaggiare i plettri a ritmi esasperanti, facendo trascorrere una bruttissima serata alle sei corde, costrette a sorreggere lo sfiancante rombo della doppia cassa dell'ex Slayer Dave Lombardo. Tra missili terra aria come "Glutton For Punishment" e "Spreading The Thighs Of Death" c'è spazio anche per la natura sbarazzina dei nostri ragazzacci, che deidono di allietare la nostra serata infernale con un insolito medley che mescola Slayer e Seals & Croft: estrosità ai massimi livelli. L'encore viene lasciato interamente come celebrazione del magnifico Eddie Van Halen attraverso la cover della celebre "Loss Of Control", un pezzo straordinario che conclude una bislacca ed estasiante serata nel migliore dei modi.

 

"The Night They Came Home" sembra il titolo di un b-movie splatter da quattro soldi in cui Mike Patton prende le sembianze del killer sadico in azione nella notte più tenebrosa. Ma è, soprattutto, il nome di un live coi fiocchi, mixato in maniera eccellente e supportato da una registrazione video piena di cameo, particolarità e scene di backstage. Una proposta succosa che farà terribilmente felici i fan più accaniti della band. Se dovessimo trovare il pelo nell'uovo, allora potremmo segnalare la mancanza di tracce degli album del periodo '91/ '99, ma bisogna farci il callo: i Mr. Bungle sono una creatura in costante mutazione, che prende forma in un battibaleno per poi ritrasformarsi immediatamente. Sbirciare nel loro cilindro per scovare qualche novità è impossibile, bisogna quindi far viaggiare l'immaginazione. E coi Mr. Bungle non è mai una cattiva idea.





01. Won't You Be My Neighbor (Fred Rogers cover)
02. Anarchy Up Your Anus
03. Raping Your Mind
04. Bungle Grind
05. Methematics
06. Hell Awaits/Summer Breeze (Slayer/Seals & Croft medley/cover)
07. Eracist
08. World Up My Ass (Circle Jerks cover)
09. Glutton For Punishment
10. Hypocrites/Habla Español O Muere (S.O.D. cover)
11. Spreading The Thighs of Death
12. Loss for Words (Corrosion Of Conformity cover)
13. Sudden Death
14. Loss of Control (Van Halen cover)

 

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