Nada
Occupo Poco Spazio

2014, Santeria
Indie Rock

La complessità dell'universo femminile nel nuovo album della cantautrice
Recensione di Stefano Torretta - Pubblicata in data: 14/03/14

Per tagliare il traguardo dei suoi 45 anni di carriera Nada si presenta sul mercato con un disco nuovo di zecca che guarda sì al passato, ma che cerca comunque di aprirsi ad una sperimentazione al passo con i tempi. I dieci brani contenuti in "Occupo Poco Spazio" sono legati da un comune denominatore che è quello di essere tutti singoli aspetti di quell'universo femminile tanto caro all'autrice livornese (tanto da essere l'argomento anche dei suoi scritti, come per esempio il romanzo "La Grande Casa"). Le donne messe al centro dei suoi testi sono quasi sempre delle emarginate, non per proprio volere ma perché la società contemporanea le considera strane ed estranee solo per il fatto di voler entrare in conflitto apertamente con l'ambiente disumanizzante che domina i nostri tempi, non riconoscendolo proprio ed opponendovisi.


A sostenere questa uniformità d'intenti vi è una musica che invece vuole esplorare territori diversi. Innanzitutto un richiamo al passato della cantante, esplicitato sicuramente nella canzone che dà il titolo all'album ("Occupo Poco Spazio"), ma sono anche altre le strade percorse, con composizioni complesse e perfettamente eseguite da un gruppo di musicisti di tutto rispetto provenienti da formazioni italiane quali Afterhours, Le Luci Della Centrale Elettrica, Calibro 35, Baustelle nonché dall'ambiente della musica classica. "Sulle Rive Del Fiume" è un chiaro esempio di questa visione, presentando un'influenza orientale che riesce a convivere a stretto contatto con elementi country. Anche le altre composizioni si caratterizzano per le più disparate influenze: "Questa Vita Cambierà" ci rimanda all'universo gitano, "Sonia" è il brano più pop dell'intero lotto, "La Terrorista" ci mostra una Nada che si lascia andare a momenti di pura declamazione.


"Occupo Poco Spazio", pur rivelandosi un disco colto e in alcuni punti un po' troppo imbevuto di cultura e di feroce critica alla società, riesce bene nel suo intento di presentarci una Nada proiettata verso il futuro, che, sebbene abbia 45 anni di carriera alle spalle, preferisce non fossilizzarsi su vecchie posizioni ma sperimentare con coraggio soluzioni anche non facili. Una piacevole variazione di un'artista che ha ancora molto da dire, soprattutto in un'Italia dove lo svecchiamento, in qualsiasi campo, anche quello musicale, è impresa alquanto difficile.





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