Articolo a cura di Federico Falcone
Una decina di anni fa il thrash metal viveva una seconda giovinezza, frutto di un entusiasmo ritrovato verso sonorità devote alla Bay Area od alle lande teutoniche. Ed ecco cosi che un genere che sembrava aver esaurito le proprie idee decenni addietro, si è ritrovato prepotentemente a partorire decine di band fedeli al culto del giubbino di jeans con le toppe, scarpe da ginnastica alte fino alla caviglia e bevute alcoliche al limite dell'umana possibilità. Ma le mode vanno e vengono e solo chi ha integrità e genuina passione resiste all'entusiasmo del momento.
I National Suicide, nati del 2005, di integrità ne hanno da vendere eccome, ed il nuovo full-lenght dal titolo "Anotheround" è ciò che in gergo può essere definito "una mazzata sui denti". Scordatevi idee pionieristiche o innovazioni stilistiche tali da far gridare al miracolo, non ce ne sono ne credo che fosse questa l'intenzione della band. C'è, piuttosto, da parte del combo triestino, la chiara e sincera intenzione di far proprie le sonorità di chi è cresciuto a pane e Slayer, Tankard, Overkill, Death Angel. Non c'è un attimo di respiro nelle nove tracce che compongono l'album in uscita su Scarlett Records e difficilmente si riesce a tenere a bada la voglia di fare headbanging o di partecipare ad una pogata selvaggia. Songs quali "I Refuse To Cry" e "Second To None" sono inni al thrash metal più oltranzista e senza compromessi, dove Mini alla voce urla tutta la rabbia che ha in corpo. Promossi a pieni voti anche gli altri componenti della band, i chitarristi Tiz e Valle ed Ivan e Vender alla sezione ritmica, capaci di ritagliarsi il proprio spazio all'interno di tutti i pezzi. Thrash till' the end!