Negura Bunget
ZI

2016, Lupus Lounge
Folk Black Metal

Recensione di Eleonora Muzzi - Pubblicata in data: 16/11/16

Ad un anno dal precedente "Tau", i rumeni Negura Bunget tornano alle nostre orecchie con la seconda parte della trilogia transilvana iniziata con, appunto, l'album uscito lo scorso anno. Ambizioso progetto che mescola black metal, un pizzico di progressive e tanta, tanta tradizione locale, la band capitanata dal percussionista Negru si butta in un album complesso e particolare, che forse risulterà indigesto ai fan di vecchia data della band, in quanto la componente puramente black metal della seconda ondata si va a stemperare con un lavoro più accorto sui suoni, sul songwriting e sui testi, per un risultato che vira pesantemente verso uno strano mix tra gli Emperor di "Prometheus" e l'atmospheric black metal sviluppatosi circa una decina di anni fa.


"ZI", parola traducibile come "giorno" in italiano, è un album che fin da subito rivela il proprio animo complesso, con la prima traccia che ha un inizio a limite del cacofonico, come se fossero stati lasciati accesi i sistemi di registrazione degli strumenti senza però che ci fosse alcun intento di suonarli a tempo, finchè, a circa trenta secondi dall'inizio del brano, il tutto rientra in un chiaro progetto più ampio. Le melodie si intersecano e si sfocia in un'intro che riporta alla mente brani di album passati, poi evolve nuovamente in qualcosa di ancora più diverso, più in linea con il resto dell'album. E "ZI" in fondo è questo, un susseguirsi di passaggi atmosferici, al limite dell'ambient, pacati e melodici, seguiti subito da sfuriate tipicamente folk black come se ne sentono poche oggigiorno, un tratto tipico di un certo metal estremo che si rifà alla corrente più est europea di questo filone. L'atmosfera la fa da padrone e solo in seguito entra in gioco il fattore metal estremo, per creare una montagna russa di alti e bassi (non in senso qualitativo, ma proprio di tempi) che incanta l'ascoltatore già avvezzo e potrebbe lasciare stranito il novizio, sopratutto sulla lunga distanza.


Per concludere, "ZI" è un album a metà strada tra un'anima black e uno spirito folk che si contendono la vittoria in un risultato tanto piacevole quanto estraniante, che si può riassumere facilmente con l'ascolto della chiusura "Merea Cea Mare", lunghissima outro che incarna tutti gli aspetti salienti di quest'ultimo lavoro dei Negura Bunget e li esalta con l'ulteriore aggiunta di una voce femminile che rende il tutto ancora più etereo e d'atmosfera. Un ottimo lavoro, perfettamente in linea col precedente, che apre le porte alla terza parte, e di questo passo dovrebbe vedere la luce il prossimo inverno.





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