"ZI", parola traducibile come "giorno" in italiano, è un album che fin da subito rivela il proprio animo complesso, con la prima traccia che ha un inizio a limite del cacofonico, come se fossero stati lasciati accesi i sistemi di registrazione degli strumenti senza però che ci fosse alcun intento di suonarli a tempo, finchè, a circa trenta secondi dall'inizio del brano, il tutto rientra in un chiaro progetto più ampio. Le melodie si intersecano e si sfocia in un'intro che riporta alla mente brani di album passati, poi evolve nuovamente in qualcosa di ancora più diverso, più in linea con il resto dell'album. E "ZI" in fondo è questo, un susseguirsi di passaggi atmosferici, al limite dell'ambient, pacati e melodici, seguiti subito da sfuriate tipicamente folk black come se ne sentono poche oggigiorno, un tratto tipico di un certo metal estremo che si rifà alla corrente più est europea di questo filone. L'atmosfera la fa da padrone e solo in seguito entra in gioco il fattore metal estremo, per creare una montagna russa di alti e bassi (non in senso qualitativo, ma proprio di tempi) che incanta l'ascoltatore già avvezzo e potrebbe lasciare stranito il novizio, sopratutto sulla lunga distanza.
Per concludere, "ZI" è un album a metà strada tra un'anima black e uno spirito folk che si contendono la vittoria in un risultato tanto piacevole quanto estraniante, che si può riassumere facilmente con l'ascolto della chiusura "Merea Cea Mare", lunghissima outro che incarna tutti gli aspetti salienti di quest'ultimo lavoro dei Negura Bunget e li esalta con l'ulteriore aggiunta di una voce femminile che rende il tutto ancora più etereo e d'atmosfera. Un ottimo lavoro, perfettamente in linea col precedente, che apre le porte alla terza parte, e di questo passo dovrebbe vedere la luce il prossimo inverno.