Netherfall
Netherfall

2012, Autoproduzione
Hard Rock/Alternative Metal

Recensione di Eleonora Muzzi - Pubblicata in data: 08/06/13

Attivi da qualche anno, i Netherfall - tre giovani milanesi accompagnati dall'americano Mario Ortiz alla voce - riescono a pubblicare il primo album omonimo, completamente autoprodotto, nel corso del 2012. Con un po' di ritardo riusciamo a metterci calmi ad ascoltarlo per bene e a darvi un'idea di cosa sia. E già partono i primi dubbi quando andiamo a leggere la piccola bio sulla pagina Facebook, giusto per sapere con chi abbiamo a che fare.

I Nostri si presentano come band alternative metal, ma di alternative all'inizio se ne sente poco. I primi due brani presenti in scaletta, “Break Out” e “The Secret”, sono hard rock duro e puro. Magari non equiparabile ad un hard rock alla Guns N Roses, ma pur sempre hard rock, molto piacevole, ben costruito e ben suonato, soprattutto sulla prima delle due canzoni citate. Di fatto non stupisce che sia stata scelta come singolo con relativo videoclip: è la classica canzone da hit, che piace un po' a tutti, non a livello di 4-chord-song, ma la struttura non eccessivamente articolata e il sound ben diretto, oltre alla voce di Ortiz che la rende ancor meglio caratterizzata, le donano un taglio tipicamente radio-friendly. Resta il fatto che di alternative se ne sente poco, men che meno si sente il metal (forse nella modulazione della chitarra elettrica, con quel suono secco, ma per ora, nulla). Come già detto, l'album parte bene.

Anche per quanto riguarda la produzione e il missaggio, siamo di fronte a gente preparata, che anche senza una casa discografica (grande o piccola che sia) alle spalle ci sa fare con regolazioni e quant'altro. Il primo sobbalzo arriva con “Memories”, la power ballad tipica del genere, così tipica che sembra leggermente scopiazzata qua e là da altre canzoni dello stesso tipo. Non che sia brutta, ma messa così, in terza posizione, stona. Tanto. Ma è da appunto “Memories” che, finalmente, l'alternative e il metal si fanno sentire, a tutta forza. Risultato? “Netherfall” accelera per cinque brani e non si ferma, ecco che iniziano a sentirsi echi di goth qui e lì, un po' di progressive che non fa mai male (c'è una discreta ricerca del suono e del break particolare) e “Turned To Stone”, al pari di “Break Out”, ha un sound un po' grunge che, assieme a “Change”, rende l'album estremamente variegato e piacevole.

In sostanza, i Netherfall ci sanno fare. Sia con gli strumenti che con carta, penna e pentagramma. Come partenza non è male, certo, ci sono angoli da smussare qua e là, bisogna lavorare un po' di più se l'intento è inserire qualche ballad in una futura release, ma le basi sono solide. Con un album del genere, le fondamenta della propria casa le hanno costruite ben bene sulla roccia, se riuscissero a bissare con una seconda produzione a questi livelli, potrebbero andare a puntare direttamente al mercato d'oltreoceano, particolarmente sensibile ad un sound del genere.



01. Break Out
02. The Secret
03. Memories
04. Turned To Stone
05. Nonsense Game
06. 30 Seconds
07. Unsaid
08. Change

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