I Neun Welten, letteralmente Nove Mondi, nascono a Leipzig nel 2002 come gruppo neofolk. I loro componimenti sono brani strumentali caratterizzati dalla presenza di archi e fiati, come viole, violini e flauti, e da atmosfere malinconiche verso cui va incontro l’ascoltatore amante della mitologia norrena. Il nome stesso della band si collega alla cosmologia della mitologia nordica e alla tradizione runica secondo cui l’universo è suddiviso in nove mondi. E in questi nove mondi saranno elementi classici e pregni di pathos a farla da padrone.
Il quartetto tedesco ci incanta con un'armonia che ne governa le musiche, nonché con sane dosi di misticismo e di delizia. Le melodie proposte dai Neun Welten ci accompagnano, pertanto, in un viaggio fatto di sentieri dimenticati intenti ad aprirsi a un nuovo speranzoso principio. O verso il “Midsommer” di cui a “Vergessene Pfade”, primo album della band che la porta ad andare in tournée con i finlandesi Tenhi, una punta di diamante del genere neofolk e dark folk scandinavo. Dalle stagioni mistiche ed emozionali di “Vergessene Pfade”, i Neun Welten promuovono un album languido, buio e introspettivo. “Destrunken” riprende i dogmi del dark folk e dà ampio spazio all’uso del piano. È l’amore per quest’ultimo stile a segnare il terzo capitolo discografico di Aline Deinert (violino, piano), David Zaubitzer (chitarra acustica, violoncello), Meinolf Müller (voce, chitarra acustica) e Tim Lehnert (batteria). “The Sea I’m Diving In”, in uscita il 21 luglio su Prophecy Productions, è un album differente rispetto ai primi due full-length. I Neun Welten ricoprono tuttora le proprie canzoni di basi folk e si emancipano cantando ogni brano e interpretandolo in lingua inglese. Gli ambienti sono trasognanti e la voce di Müller è calda e introspettiva. I testi di “The Sea I’m Diving In” sono romantici e trattano di pace e distruzione, mentre le riflessioni esoteriche sembrano essere la forza e l’acqua che bagna le labbra, e le dita, dei quattro musicisti. Da “Cursed” a “Lonesome October” passando per “The Dying Swan”, i Neun Welten dipingono un mondo non surreale, ma incantevole in cui ci tengono per mano e in cui il nostro terzo occhio non può far altro che aprirsi. Liturgiche sono le tracce “Nocturnal Rhymes” e “Human Fail”. Come una marcia iniziatica alla guerra è “Floating Mind”, il componimento più ritmico dell’album che sfocia in un’aria da musica classica acuita dal violino di Aline, anche membro live degli Empyrium, in “Earth Vein”. Ciliegina sulla torta è “In Mourning”, miscela di dark folk e dark wave a garantire un’esperienza musicale varia quanto sensoriale.
“The Sea I’m Diving In” riassume nel suo titolo l’essenza delle origini compositive del disco. Tramite l'Acqua si è iniziati e purificati. Sorgente della vita, è un elemento che ha la calma tra le sue virtù e che dà inizio e preserva la vita. Così come l’acqua suggerisce pace, così i vocals e le musiche dei Neun Welten seguono il medesimo principio attraversando la materia oscura e tornando in superficie rigenerati.
“Così profondamente annegato nella tua anima sono vivo”, canta, infatti, Müller. Così siamo noi.