Nirvana
MTV Unplugged in New York

1994, Geffen
Grunge

L'ultimo barlume d'una fiamma ormai estinta.
Recensione di Andrea Mariano - Pubblicata in data: 05/04/15

I giorni che precedono l’esibizione dei Nirvana in occasione della serie Unplugged di Mtv non lasciano presagire nulla di buono. La tensione nell’aria è palese, tagliente, gli sguardi un po’ persi, in cerca d’aiuto, di un segnale, l’umore tutt’altro che sereno. Kurt litiga pesantemente con la produzione ed i dirigenti di Mtv: loro vogliono guest star altisonanti, una comparsata di Eddie Vedder o una versione acustica di “Smells Like Teen Spirit” in duetto con Tori Amos, lui se ne frega altamente ed insiste per portare in scena i Meat Puppets; loro vogliono più hit radiofoniche in scaletta, e lui semplicemente minaccia di non presentarsi alle prove generali. E così fa.

 

Di certo c’è solo una scaletta appena abbozzata, qualche idea per qualche arrangiamento. Di certo c’è solo che non si sa se effettivamente questo unplugged si farà.

 

Il pomeriggio di giovedì 18 novembre Cobain compare di nuovo in studio, sembra più intenzionato a portare a termine questo impegno. Non un sorriso, non una battuta: si fa qualche prova, dà disposizioni sulla scenografia. Un tripudio di orchidee all’ombra della luce di candele, “come se fosse un funerale”.

 

Arriva l’ora di registrare: tutto – più o meno – è pronto (più o meno). “Questa canzone è tratta dal nostro primo disco. Molte persone non lo possiedono.”. “About A Girl” trova la sua veste originale, quella leggerezza che solo una ferita superficiale può farti provare, è la purezza appena appena sporcata, non completamente logorata, un abbraccio tenero eppure distaccato ad un tempo dannatamente lontano. L’esibizione continua, si tolgono subito di torno la hit “Come As You Are”, profeticamente bugiarda (“And I swear that I don’t have a gun”), giusto il tempo per far felice Krist Novoselic che, messo il basso da parte per un attimo, afferra il piccolo organetto indispensabile per la bella reinterpretazione di “Jesus Don’t Want Me For A Sunbeam” dei The Vaselines.

 

Qualcuno tra il pubblico attende con ansia qualche altra hit, qualche altro pezzo ultra famoso, ma dall’acustica di Cobain nascono delle note distorte, stranianti nel cotesto generale, laceranti; alla voce ammaliante di David Bowie sostituisce la propria, stridente e rassegnata. Esitazione nell’assolo, nessuno si ferma. Non c’è tempo per fare una seconda take. Soprattutto, non c’è voglia di farne un’altra. È andata così e va bene così. “Unplugged In New York” dei Nirvana sarà l’unico della serie ideata da Mtv ad essere registrato in presa diretta in un sol colpo, raggiante e fiero delle sue imperfezioni e della sua naturalezza.

 

Ora che facciamo?” Chiede Dave Grohl dallo sgabello della batteria. “Pennyroyal Tea” era stata provata, e non aveva convinto, ovvio dunque che Kurt decida di proporla, ma in una tonalità differente e, soprattutto, da solo: il silenzio profondo attorno alla voce e alle corde amplifica l’intensità del momento e quella esitazione, quella frazione di secondo in cui il cantante cerca di ricordare l’accordo da suonare dopo il ritornello, diventa persino funzionale. “È andata bene..!” sussurra Grohl, “Sta zitto” lo redarguisce Cobain. Risate in sala. La tensione umorale si attenua.

 

I toni sommessi proseguono, la liturgia sfiora la cupezza estrema con la nenia di una tetra “Something In The Way” che non sembra terminare mai, fino a quando i Meat Puppets non raggiungono i Nirvana per suonare una tripletta cara al ragazzo di Aberdeen (“Plateau”, “Oh, Me”, “Lake Of Fire”). C’è il tempo anche di fare uno scherzo a Kurt, accennando “Sweet Home Alabama” e facendogli credere che sia il prossimo pezzo da eseguire.

 

Arriva il momento delle scuse, del cambiare profondamente il senso dell’ultimo verso ripetuto allo stremo: “All alone is all we are”. Pluralis maiestatis, forse.

 

Manca un brano, un solo brano per concludere la serata. Dopo aver fatto credere al pubblico presente di avere una qualche capacità decisionale, si opta per un brano che apparentemente non è in scaletta e che certamente in pochissimi, tra i presenti, conoscono. Una chitarra, una voce, un ritmo cadenzato, un climax inarrestabile. Poi, l’esplosione. La voce si alza, raggiunge note alte, decisamente alte per lei, tanto da diventare un rasoio lacerante, un’anima stridente. Una pausa brevissima, un respiro come per riprendere vita. Occhi che si sbarrano per un istante, un solo, infinitesimale istante che gela il sangue, commuove, sembra dirti “Addio”. “Where Did You Sleep Last Night?” DEVE porre la parola fine alla serata. Chiedono un bis, viene negato perché non c’è niente che possa superare quella canzone a lui così cara.

 

Una performance, quella consumatasi negli studi Sony di New York il 18 novembre 1993, che ha molte sfumature, col senno di poi. Col senno di poi, si decretò tale performance come testamento musicale dei Nirvana. Noi invece crediamo sia stata l’occasione, l’unica, l'ultima occasione per vedere, ascoltare, assaporare, sentire (nell’accezione del verbo inglese “to feel”) la vera essenza dei Nirvana, scevra della rabbia distorta, nuda nella sua semplice richiesta di aiuto. La lucentezza di un’anima prima della sua inevitabile implosione.





DVD edition

 

Complete show unedited:

01. About A Girl
02. Come As You Are
03. Jesus Doesn't Want Me For A Sunbeam
04. The Man Who Sold The World
05. Pennyroyal Tea
06. Dumb
07. Polly
08. On A Plain
09. Something In The way
10. Plateau
11. Oh, Me
12. Lake Of Fire
13. All Apologies
14. Where Did You Sleep Last Night?

 

Original MTV Version

01. About A Girl
02. Come As You Are
03. Jesus Doesn't Want Me For A Sunbeam
04. Dumb
05. The Man Who Sold The World
06. Pennyroyal Tea
07. Polly
08. On A Plain
09. Plateau
10. Lake Of Fire
11. All Apologies
12. Where Did You Sleep Last Night?

 

MTV News - Bare Witness: Documentary

 

The Rehearsals:
01. Come As You Are
02. Polly
03. Plateau
04. Pennyroyal Tea
05. The Man Who Sold The World

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