Nucleus Torn
Street Lights Fail

2014, Prophecy Productions
Avantgarde

Recensione di Marco Mazza - Pubblicata in data: 25/08/14

Una sorta di musica progressiva immersa in una miriade di stili e influenze che spaziano dal metal al folk alla musica classica: è questa, da sempre, la variegata soluzione proposta dai Nucleus Torn. Un gruppo, quello fondato dal polistrumentista Fredy Schnyder, capace di aprire anima e mente attraverso suoni non comuni, in grado di oscillare tra il medioevale e l’avanguardia spinta.

L’ultima fatica degli elvetici, "Street Lights Fail", prosegue sulla stessa linea tracciata in passato e, sebbene il suo minutaggio totale non raggiunga i quaranta minuti, la distribuzione di questi su sole tre tracce chiarisce subito che non ci si trova di fronte a qualcosa da prendere alla leggera. "Street Lights Fail" rappresenta il primo dei due capitoli su cui si sviluppa il nuovo concept, e che vedrà nell’uscita prevista per il prossimo anno, "Neon Light Eternal", il suo epilogo. 

Pur essendo quanto proposto dalla band perfettamente collocabile all’interno di quel filone di musica sperimentale in cui si sono sempre mossi, "Street Lights Fail", non è esente da sorprese. Il più evidente è senza dubbio il maggiore spazio lasciato al microfono di Anna Murphy (Eluveitie). Se già con il suo ingresso in formazione, avvenuto con la precedente release, "Golden Age", aveva messo in secondo piano il contributo di Patrick Schaad, in "Street Lights Fail" quella di Anna rimane l’unica voce. Già con l’opener "-" è possibile notare l’importanza del suo contributo, dove, tra sussurri di sottofondo, delicate melodie di pianoforte e inserti realizzati da strumenti oggi dimenticati, emerge la sua voce pulita, elegante e sentita: dona all’opera quel qualcosa in più per rendere il tutto più mistico e impalpabile. Occorre però passare al secondo pezzo, il mutevole "Worms", per apprezzare appieno la sua incredibile ecletticità. "Worms" è l’episodio simbolo dell’uscita, una macro traccia calderone in cui i Nucleus Torn mostrano tutte le loro capacità. Se con il primo brano si era costruito un raffinato mosaico di vetro, "Worms" lo riduce in frantumi per costruirne uno ancora più complesso. Si aggiunge, infatti, anche il metal a condire quello che sembrava un piatto già ricco. Al suo interno si può trovare di tutto: innesti doom e gothic, trame prog metal, passaggi folk sorretti dai più disparati strumenti, minimalismo acustico e distorsioni straripanti. Nello scorrere dei diciannove minuti del pezzo si passa dal venire cullati tra dolci melodie all’essere scagliati contro un muro. La cosa che più colpisce è che una composizione così varia sia nello stesso tempo così monolitica; ogni singolo elemento contribuisce in modo fondamentale all’arricchimento dell’altro, disegnando una meravigliosa immagine che non può fare a meno di nessuna delle sue parti. Buona anche la conclusiva "The Promise Of Night", con il pianoforte in evidenza, seppur non aggiunga nulla in un prodotto in cui il meglio si è già visto.

"Street Lights Fail" è un album impegnativo, con testi profondi e atmosfere cupe. Un’opera piena di sfaccettature che pretende un ascoltatore dalla mente libera, che sappia abbracciare la musica nella sua interezza, al di là dei presunti confini dettati dai generi musicali. La vera arma in più è la voce di Anna Murphy ma eccezionale è anche il livello compositivo generale. Un lavoro, come del resto anche i precedenti capitoli discografici, lontano dagli schemi tradizionali, imprevedibile, e che avrà la capacità di stupire ed emozionare. Un disco non per tutti "Street Lights Fail", ma che toccherà  il cuore di chi saprà approcciarlo nel giusto modo.




Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool