Odd Dimension
The Last Embrace To Humanity

2013, Scarlet Records
Prog Metal

Recensione di Marco Mazza - Pubblicata in data: 16/03/13

Che in Italia spesso gli artisti musicali possano trovare difficoltà ad imporsi sul mercato è cosa nota, che, nonostante questo, nel nostro paese esistano dei grandi gruppi è anch’esso un dato di fatto e gli Odd Dimension non possono che confermare tale affermazione. I cinque membri originari di Alessandria escono con il loro primo full-length “Symmetrical” nel 2011, accolto ottimamente dalla critica, estera compresa, pone la band all’attenzione del grande pubblico. La formazione è composta da musicisti dall’eccelso livello tecnico su cui si stende la magnifica voce di Manuel Candiotto. La loro musica è un progressive metal decisamente melodico, con qualche inserto power, hanno chiaramente come massimi ispiratori i primi Dream Theater. A due anni di distanza dal precedente lavoro gli Odd Dimension danno alla luce il loro secondo, atteso capitolo: “The Last Embrace To Humanity”.
 
L’album è strutturato attorno ad un ambizioso concept sull’alienazione del genere umano, la perdità di ideali in un epoca in cui tutto viene sacrificato in nome del progresso. Gli otto pezzi che lo formano sono composizioni complesse e articolate, la durata è di taglio lungo, una media di sei/sette minuti, in cui le singole doti dei cinque vengono esaltate. Non mancano assoli e virtuosismi vari, a confermare ulteriormente l’appartenenza a un genere che vuole spesso l’abilita tecnica in primo piano. Rispetto al precedente è un disco più compatto, più progressive, meno divagazioni gothic/death (vedi ad esempio “Another Shore”) con la voce di Candiotto sempre pulita e precisa. Questo lo rende un disco più omogeneo, evita l’effetto che si poteva notare in “Symmertrical”, in cui alcune parti risultavano un po' slegate tra loro. La maggiore uniformità è andata però a discapito dell’imprevedibilità. Pur risultando comunque in postivo la bilancia dello scambio, la perdita di spunti e di alcune contaminazioni poteva forse essere compensata meglio dalla band nostrana.
 
Si parte con “The Unknown King”, sette minuti in cui si può notare da subito la cura con cui vengono realizzate le composizioni, strumenti sempre puliti e spazio per tutti i membri della band. L’opener è davvero un ottimo esempio della musica presente in “The Last Embrace To Humanity” e più in generale di quella del gruppo alessandrino. Si passa poi per “Under My Creed” e “Dissolving into the Void”. Quest’ultimo è un brano più scuro dei precedenti, con le percussioni a farla da padrone nella prima parte. A scambiarsi il ruolo di protagonista nella seconda parte sarà la sempre precisa chitarra di Saddi, tra riff e assoli. “It's So Late” vede la partecipazione straordinaria alla voce di Michele Luppi, Secret Sphere, ex Vision Divine ed ex Thaurorod. Cala i ritmi rispetto ai precedenti brani per dare maggior spazio alle parti vocali, un brano certamente più semplice ma che risulta nel complesso comunque ben riuscito. La successiva “Another Time” precede sulla scia della precedente, si possono sentire cori di sottofondo ed anche una voce femminile, un tappeto di basso in evidenza e tastiere a rifinire quanto proposto. Con “Fortune and Pain” si torna agli alti ritmi dei primi tre pezzi, con un intro giocata su un fantastico intreccio sonoro tra batteria a chitarra, è uno dei brani migliori del lotto, carica l’atmosfera di tensione. “The New Line of Times” torna ad abbassare i toni, la voce di Condiotto si diffonde su una base retta dal basso di Andreone, sempre in primo piano. La conclusiva “Far from Desire” è una nuova esplosione, quasi una dimostrazione di quello che gli Odd Dimension possono fare, c’è spazio per tutti, voce e strumenti trovano terreno fertile per esibirsi in evoluzioni tecniche di primo livello.
 
In definitiva “The Last Embrace To Humanity” risulta essere un validissimo lavoro, suonato ottimamente da musicisti dall’indubbio talento, beneficia anche di una produzione di assoluto livello. La straordinaria voce di Manuel Candiotto perfettamente si adatta al tipo di musica proposta, la chitarra di Gianmaria Saddi è sempre coinvolgente, il tutto appoggiato sulla solida base ritmica creata dal basso di Gigi Andreone e dalla batteria di Federico Pennazzato, senza tralasciare l’apporto alla tastiera di Gabriele Ciaccia. Che fossero una band di talento già si sapeva, quello che si poteva attendere dalla nuova uscita era un evoluzione del loro suono in modo da renderlo più personale e originale. Questo purtroppo non è ancora avvenuto, ci auguriamo che possano caratterizzarsi maggiormente in futuro, il potenziale c’è tutto per compiere il grande salto. E’ vero, gli Odd Dimension non propongono nulla di nuovo, tutto già visto in gruppi come Dream Theater, Symphony X o Vaden Plas, tuttavia quello che fanno lo bene. Dannatamente bene!



01. The Unknown King
02. Under My Creed
03. Dissolving Into The Void
04. It’s So Late (feat. Michele Luppi)
05. Another Time
06. Fortune And Pain
07. The New Line Of Times
08. Far From Desire

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