Wolfchant
Omega: Bestia

2021, Reaper Entertainment
Heavy/Power Metal

Dopo una breve pausa, i Wolfchant tornano con l'ennesimo prodotto di onesto artigianato metallico. 
Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 09/04/21

Nel 2018 i Wolfchant annunciarono tramite Facebook una momentanea pausa dalle attività, causa questioni private di grande importanza. A soli tre anni dal comunicato ufficiale, nessuno avrebbe immaginato il ritorno sulle scene della band tedesca con un sesto album sulla lunga distanza, "Omega: Bestia", che vede l'esordio in line-up di due nuovi membri, Ghust dietro le pelli e Seehb, sostituto del defunto Gorthrim, alla chitarra ritmica. A dire il vero, però, le cose non sembrano cambiate molto rispetto all'ultimo "Bloodwinter" (2017), considerato che i bavaresi continuano a martellare i timpani dell'ascoltatore con il classico impasto di pagan folk ed heavy che, a partire da "Embraced By Fire" (2013), si è, in verità, parecchio sbilanciato verso il power. Una macchina, dunque, oliata e dalla tenuta efficace, ma che dopo quasi un ventennio di attività, non riesce ancora a ingranare la marcia giusta in grado di trascinarla dalla seconda fila ad una pole position già molto affollata e agguerrita di suo.
 
Blind GuardianEnsiferumPowerwolf e Sabaton sbucano, iconografia compresa, un po' ovunque, con un discreto apparato sinfonico a corredo pensato per fortificare, e non per guidare, dei pezzi arrangiati facendo leva più sulla mole epica che sulla velocità nuda e cruda. A parte la cavalcata a perdifiato "Komet", dotata di un refrain ultramelodico e facilmente memorizzabile e, se vogliamo, scolastica nel riproporre certi stilemi, i teutonici cercano di non impiegare il medesimo canovaccio nelle tracce seguenti, incastonandole in strutture prossime alla NWOBHM ("Im Zeichen Des Tiers", "Der Geist Und Dunkelheit", "The Flame"), aggiungendo qui e là qualche sfumatura black ("Bestie", "Jäger Der Nacht"), variando il ritmo soprattutto nei brani in inglese ("Into The Darkness", "Out In The Dark").
 
I chorus, battaglieri ed evocativi, si sprecano, mentre convince abbastanza l'alternanza tra il cantato pulito di Nortwin e il growling non troppo spinto di Lokhi, con il primo egemone sul secondo, benché in modo meno schiacciante del consueto. A coronare l'insieme, provvede una produzione bombastica e maestosa, apprezzabile nel dare risalto ai singoli strumenti - basso in primis - e a creare un muro sonoro omogeneo e tonitruante, colpevole nel livellare quelle spigolosità e ruvidezze che caratterizzavano alcuni dei momenti migliori dello scorso lavoro.
 
"Omega: Bestia" si rivela l'ennesimo prodotto di onesto artigianato metallico di un gruppo, i Wolfchant, bravi quando si tratta di coltivare il proprio orto. Che non si pretenda altro.




01. Omega: Bestia
02. Komet
03. Into Eternal Darkness
04. Im Zeichen Des Tiers
05. Der Geist Und Die Dunkelheit
06. Bestie
07. Jäger Der Nacht
08. Out In the Dark
09. The Flame

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool