Fin dal loro esordio, i Linkin Park sono stati una delle band più famose e influenti del panorama rock mondiale. Nonostante i diversi cambi di sonorità e genere, i californiani sono sempre riusciti a rimanere sulla cresta dell'onda, trovando ad ogni uscita nuovi detrattori, ma anche uno spropositato numero di fan costantemente in aumento, rapiti dall'immediatezza e dall'impatto dei brani della band. È proprio questo il motivo per cui, dopo la tragica scomparsa di Chester Bennington, un eccezionale numero di appassionati di musica (e non solo dei Linkin Park) ha reso omaggio al cantante, capace di parlare al cuore di così tante persone grazie agli stessi demoni che l'hanno tristemente portato via. Tra le varie celebrazioni, la più imponente è stata la serata tenuta dai restanti cinque membri della band all'Hollywood Bowl di Los Angeles del 27 ottobre, insieme ad una lunga serie di colleghi e amici che hanno ricordato Chester esibendosi sul palco insieme ai suoi compagni di una vita. Ma i Linkin Park hanno voluto ulteriormente omaggiare Bennington tramite la pubblicazione di un album dal vivo, registrato durante il tour estivo della band e concluso pochi giorni prima che il cantante si togliesse la vita.
Prima di parlare dell'album in sé e dei brani contenuti al suo interno, è bene sottolineare il valore fortemente simbolico di "One More Light Live". Il disco infatti è un appassionato ricordo dedicato a Bennington, volto ad evidenziare tutto il suo entusiasmo e la sua passione per la musica, che trovava la sua più grande manifestazione proprio sul palco. Proprio per questo i Linkin Park hanno optato per una tracklist composta da brani suonati durante tutto l'ultimo tour, ennesima dimostrazione della grande capacità del cantante e della band di mettere in piedi show maiuscoli, sia dal punto di vista della performance, che da quello delle emozioni. La precedenza viene data ai pezzi dell'ultimo "One More Light", che in alcuni casi guadagnano qualcosa se suonati dal vivo. È il caso del singolo "Good Goodbye", suonata insieme al rapper Stormzy, o di "Talking To Myself", coinvolgente al punto giusto ed egregiamente introdotta da un rifacimento di "Roads Untravelled". Ma tra le canzoni recenti, l'esibizione più emozionante rimane quella della title track, scritta dalla band in seguito alla scomparsa di un'amica e diventata il simbolo del difficile periodo successivo alla dipartita di Bennington. È proprio con questo brano, eseguito con forte sofferenza, che l'artista ha salutato i suoi fan, cantando ogni sera abbracciato al pubblico con la voce rotta e tremante. Non mancano poi certamente i grandi classici della band, come "In The End" e "Numb", che ormai possono essere annoverati tra gli inni di una generazione. Tra le novità possono essere invece incluse la nuda ed emozionante versione di "Crawling" al pianoforte e il ritorno di "Leave Out All The Rest", con una nuova introduzione. A chiudere l'album, come da tradizione, è "Bleed it Out", coronate dal magnifico duetto tra Chester e il suo pubblico.
"One More Light Live" è un convincente tributo rivolto a più categorie di ascoltatori. Se infatti buona parte dei fan in preda alla nostalgia potrà farsi catturare ancora una volta dalla fenomenale voce di Bennington, il disco può risultare utile anche come una compilation, anche se rivolta al passato più recente (e probabilmente meno glorioso) della band. Rimane comunque un prodotto di qualità, fin dalle performance, arrivando alle registrazione cristallina, con cui Mike Shinoda e compagni hanno salutato il cantante, nell'attesa di scoprire il futuro di una delle band più popolari e valide della nostra epoca.