Oranssi Pazuzu
Mestarin Kynsi

2020, Nuclear Blast
Psychedelic Black Metal

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 13/04/20

Reduci dallo splendido "Syntheosis" (2019), album realizzato insieme ai sodali e conterranei Dark Buddha Rising sotto il moniker Waste Of Space Orchestra, gli Oranssi Pazuzu tornano, in "Mestarin Kynsi", a viaggiare nella loro particolare forma di black metal a propulsione astrale. Ormai da un decennio all'avanguardia della scena estrema e, a parte l'abbandono di Molt, capace di conservare una formazione stabile, la band continua a costruire la propria idea del metallo nero partendo da elementi fuori genere: da "Muukalainen Puhuua" (2009) in poi, i finlandesi hanno saputo ogni volta aggiungere qualcosa di diverso a uno stile diventato nel tempo prismatico e sfaccettato, con l'aspetto psichedelico protagonista costante del songwriting. 

Un esperimento, quello del nuovo LP, che convoglia deliri acidi e fluttuazioni interstellari attraverso i canali paralleli e tangibili dell'elettronica: Klaus Schulze, Pink FloydDarkthrone e Philip Glass convivono all'interno di una nebulosa effettata contraddistinta dal battito mitteleuropeo dei sintetizzatori. Le crepe dimensionali vengono aggregate da un concept distopico-religioso con tratti da "1984": intreccio narrativo che dimostra l'interesse del combo verso argomenti poco "spaziali", rielaborati, però, con lo spirito di un manipolo di cosmic jokers avvolto dalle vampe della fiamma oscura. 

Il lavoro procede seguendo il medesimo schema per ciascun brano: a una lunga metà iniziale atmosferico/lisergica di impostazione strumentale, ne corrisponde una successiva che vede la voce perfida di Jun-His e le tastiere visionarie di EviL emergere tra sottoboschi di stratificazioni chitarristiche dal lieve sapore industrial. Alternanza che irrora al massimo grado i tre pezzi introduttivi ("Ilmestys", "Tyhjyyden Sakramentti", "Uusi Teknokratia"), nei quali il synth accompagna le sei corde perennemente in feedback senza essere sovrastante. Differente, invece, il discorso per "Oikeamielisten Sali" e "Kuulen Ääniä Maan Alta": ricca di fluorescenze melodiche da soundtrack horror la prima, persa nello space/IDM da trip galattico la seconda. Dopo una cinquina anche vagamente catchy - almeno per i canoni del gruppo -, il disco si chiude con l'iperdronica "Taivaan Porttti", cinematografico uragano siderale avido di inghiottire l'Universo stesso. 

Gli Oranssi Pazuzu strutturano "Mestarin Kynsi" come una vera e propria colonna sonora, meno legata all'improvvisazione e decisamente più pensata. Ma tutt'altro che banale.




01. Ilmestys
02. Tyhjyyden Sakramentti
03. Uusi Teknokratia
04. Oikeamielisten Sali
05. Kuulen Ääniä Maan Alta
06. Taivaan Portti

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