Frost*
Others [EP]

2020, Inside Out Music
Neoprogressive, Electro

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 09/06/20

Produttore di grande successo e pirotecnico polistrumentista, Jeremy "Jem" Godfrey è un artista in continuo movimento, acrobata del neoprogressive britannico e mente compositiva dei Frost*: dopo l'uscita, nel 2016, del notevole "Falling Satellites", il gruppo, che vede militare tra le proprie fila anche pezzi grossi del calibro di Nathan King, John Mitchell e Craig Blundell, torna in scena con un EP costituito da sei pezzi scartati dalle sessioni dell'ultimo album in studio. Trenta minuti di montagne russe in cui appare ridotta la componente prog, d'altronde soltanto uno degli elementi dell'eterogeneo sound della band, a vantaggio di una forma canzone estremamente frastagliata, forse disorientante per i non avvezzi, ma dal godibilissimo amalgama pop. Impronta, questa, caratteristica di un mastermind impegnato sovente in arrangiamenti di brani altrui (Atomic Kitten, Ronald Keating et cetera) finiti nelle prime posizioni delle classifiche del Regno Unito, e che informa, in dosi maggiori rispetto ai tre lavori precedenti, il nuovo "Others".

Certo, non si può dire che al quartetto difetti la voglia di sperimentare, di spingere il naso oltre le risibili distinzioni di genere: le tastiere, marchio di fabbrica del leader, in perenne movimento, le percussioni tribali, i vorticosi intrecci vocali, le melodie trasognate che non di rado profumano di AOR, il ricorso alla techno quale sostegno per strofe e ritornello, dipingono un quadro futuristico e laccato nel quale spiccano soprattutto "Fathers", "Clouda" ed "Exhibit A". Lo stile screziato del combo permettere di porre ogni volta un accento diverso ai singoli brani, accomunati dal massimo denominatore delle sovraincisioni rutilanti e della liquidità d'ascolto. Delicata e dai riverberi ambientali la seconda metà della scaletta ("Fathom", "Eat", "Drown"): pur coesa e proporzionata, alla coda del mini manca quella forza ciclonica che rende l'abbrivio così trascinante e squilibrato.

"Others", dunque, bisogna suggerlo come una bibita fresca e dissetante in attesa di nuove e più sostanziose prove, a partire dalle prossime pubblicazioni (la succulenta "Limited Anthology Artbook" e la raccolta"13 Winters"). Gli sciamani albionici, intanto, disegnano cerchi magici nel firmamento musicale, stregando e sbigottendo.




Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool