Se il 1984 alternativo di "Ritorno al Futuro - Parte II" e l'universo cyberpunk di "Neuromante" avevano in comune tratti distopici, grotteschi e viepiù verosimili, ebbene, non riesce difficile immaginare Duke Ellington e il Trio Lescano catapultati in un dj set di fine millennio sul Trampolino di Bergisel. Soprattutto poi prestando l'orecchio alle vibrazioni del progetto Swingrowers, fautore di un electro swing à la page e in grado di trasportare l'ascoltatore nelle intercapedini di un sound che compendia e centrifuga con spirito postmoderno la tradizione degli hot club americani e francesi degli anni '20 e ‘30, gli esperimenti del danese Lucas Secon e le alchimie modaiole di Parov Stelar, con un occhio ai sequencer sorridenti e disimpegnati e un altro all'EDM da party retrofuturista.
"Outsidein", fortunatamente privo di sample del celebre e ricco repertorio dell'epoca classica, trae la propria ragion d'essere da un nugolo di brani interamente originali griffati dalla voce cristallina di Loredana Grimaudo, vera punta di diamante del combo siciliano: un album spensierato e ballabile, benefico al pari di una granita da sorseggiare nell'infuocata Palermo di metà luglio ed exemplum di traslucida cartolina effigiante zuccherini crepuscoli vissuti a caracollare su dancefloor avant-garde.
In una catena di tracce aperte da suoni, rumori e spoken word d'antan filtrati da vecchi grammofoni oramai in disuso, i nostri mostrano un'abilità notevole nel mescere beat lineari, cassa dritta e accento debole in un prodotto di presa immediata. Sono i fiati e gli Hooverphonic in salsa jazz a caratterizzare "No Strings Attached" e "Follow Me", mente la coppia "Selfie Face" e "My Mood" dondola robotica ed easy listening; "Healing Dance" si avvale invece della collaborazione del reduce di X Factor Davide Shorty, impegnato in uno squisito call&response di matrice hip hop con la singer isolana. I toni sincopati di "Butterfly" e i sintetizzatori di sapore nineties di "Tit For Tat" anticipano il turntablism di "Here To Stay" e lo scratch di "Juke Box", pista che oscilla tra le chiome impomatate di "Gioventù Bruciata" e le pistole di "Cowboys And Aliens"; chiude il lotto "Just Do It", perfetta per volteggiare sulla sabbia fresca durante infinite notti estive trascorse a brindare sino all'alba.
Nonostante spesso aleggi il pericolo della fruibilità superficiale da jingle pubblicitario e del vintage a buon mercato, i pezzi di "Outsidein" risultano gradevoli senza essere troppo legati al consumo usa e getta che investe solitamente il genere proposto: eleganti e raffinati, i Swingrowers divertono le masse, dipingendo con brio contagioso le trame di un'elettronica danzante spigliata e adulatrice. Per bio-replicanti dal cuore popular.
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