Ozric Tentacles
Technicians Of The Sacred

2015, Snapper Music
Prog Rock

Recensione di Riccardo Coppola - Pubblicata in data: 24/05/15

Incontri con suoni d'altri luoghi, d'altri tempi, d'epoche che i nostri terresti cervelli non possono nemmeno immaginare. Morbosi incontri e religiose fusioni tra elementi d'ogni genere, tra sonorità agli antipodi, tra la trance e il prog, tra il free jazz e l'ambient. Una finestra su qualcosa di contorto e affascinante, di incomprensibile nei suoi più insondabili recessi; uno sguardo, forse, sulle sconosciute trame evolutive del rock.

Gli Ozric Tentacles forse ne sono inconsapevoli, forse semplicemente si divertono, sempre nello stesso modo da 31 anni a questo parte, riversando spiritate jam session su album e sconvolgendo gli astanti di ogni loro live con un'immutata e impareggiabile energia. Forse invece lo sanno bene, di essere portatori di un messaggio per i poveri retrogradi ascoltatori fossilizzati sul classico rock dei giorni nostri, e forse lo suggeriscono anche con quelle uniche parole che proferiscono, quelle del titolo della loro ultima uscita. "Technicians Of The Sacred" pare infatti simboleggiare sia quel massiccio lato virtuoso che sbalordisce più e più volte (già sul finire dell'opener "The High Pass" o in "Smiling Potion", dove la chitarra si distorce e rincorre lunghissimi assoli), sia quel lato spirituale che riempie sostanzialmente ogni brano del doppio album, che sembra fondere animismi, tribalismi e sonorità da religione orientale in un'unica, avvolgente, mistica preghiera ("Far Memory" non può descriversi se non come un sogno, un incontro, un contatto; "Epiphlioy" ha una spiazzante e ben più concreta apertura di acustiche prettamente indiane).

E' una musica scandita da un basso che non si prende mai un attimo respiro, tarantolato nei saliscendi di corda, lanciato in folli corse su tempi scriteriati. Una musica accarezzata da una pervasiva patina sintetica, da balzi sui synth che a volte sconfinano nel chill ("Rubbing Shoulders with the Absolute") altre in un'euforica IDM, tanto groovy da risultare quasi ballabile ("Zingbong"). Una musica folle e solenne, un viaggio allucinato e stupendo che non può essere imparato ma soltanto vissuto assecondato, che non può essere spiegato e descritto, ma soltanto caldamente consigliato. Un'esperienza da provare.



Disc 1
01. The High Pass
02. Butterfly Garden
03. Far Memory
04. Changa Masala
05. Zingbong
06. Switchback

Disc 2
01. Epiphlioy
02. The Unusual Village
03. Smiling Potion
04. Rubbing Shoulders with the Absolute
05. Zenlike Creature

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