Panic! At The Disco
Too Weird To Live, Too Young To Die!

2013, Fuel For Ramen
Pop

Recensione di Eleonora Muzzi - Pubblicata in data: 28/10/13

I Panic! At The Disco arrivano al quarto album in meno di una decade; a due anni del riuscitissimo “Vices And Virtues” ecco quindi “Too Weird To Live, Too Young To Die!”, un disco che, già dal titolo, si preannuncia quanto meno caotico. E proprio caotico è l’aggettivo che meglio descrive questo album. Brendon Urie e Spencer Smith tentano il colpaccio già riuscito con “A Fever You Can’t Sweat Out”, l'esordio del 2005, riproponendo un album spaccato a metà, con una prima parte più elettronica, meno tradizionale e più orientata verso il futuro, e una seconda parte più rock, meno electro e decisamente più “normale”. Se solo “normale” fosse un aggettivo applicabile ai Panic!...

Vero, è un album che zoppica qui e lì, soprattutto su pezzi come “Girl That You Love”, quello più dance ed elettronico, per non parlare delle influenze hip-hop che pervadono tutto l’album, diventando talvolta insostenibili. Per fortuna “Too Weird To Live, Too Young To Die!” è un disco che non manca di risvolti più tradizionali. Ed ascoltabili. E piacevoli. Perché, alla fine, il disco è persino godibile, se preso con il giusto piglio. Certo, qualche fan della vecchia ora potrebbe non apprezzare, soprattutto perché all'epoca di “Vices And Virtue” pareva quasi che la band di Las Vegas avesse abbandonato gli exploit elettronici in favore di un canonico pop rock, con ottimi risultati. Nonostante questa stranezza, dopo qualche ascolto e un’accorta e attenta metabolizzazione dei brani, si riesce a trovare del buono.

Pare quasi che il titolo dell’album sia premonitore dell’andamento del disco, perché è effettivamente troppo “stramboide per vivere” - e il timore che possa trarre in inganno parecchi ascoltatori è abbastanza fondato - ma anche “troppo giovane per morire”, quindi, una volta assimilato, piacerà. Un po’ come “Pretty. Odd”: basta capirlo e ti entra in testa per non uscirne più. Non siamo di certo ai livelli dei precedenti, ma neanche di fronte ad un passo falso.



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