Plastic Man
Don't Look At The Moon

2015, Black Candy
Alternative / Garage Rock

Recensione di Riccardo Coppola - Pubblicata in data: 11/02/15

Camionate di imitatori (e di imitatori degli imitatori) di quanto successo in Inghilterra nei decenni passati hanno avuto -messa da parte la sfiancante sensazione di aver già sentito cento volte uno stesso album, una stessa canzone, uno stesso ritornello- il merito di mettere in luce quanto l'efficacia della formula Nineties sia ormai decaduta: non basta più costruire comparti ritmici ossessivi con un basso dal volume troppo alto e una batteria che pare suonata da dentro un acquario, mettendoci sopra linee vocali approssimative in versi stiracchiati e una chitarra in perenne overdrive collegata a un amplificatore da 10w agonizzante, per fare un disco bello. Negli anni Novanta ciò che ne veniva fuori non era bello, ma era di tendenza. Nel 2015 non è bello, e non è neanche di tendenza.

I fiorentini Plastic Man paiono pensarla diversamente, e riempiono il loro esordio con dodici tracce grondanti nostalgia, a cavallo tra il britrock e il revival di psych britannico (molto simili a quanto fatto, con risultati neanche in quel caso chissà quanto esaltanti, dai Temples). Appurata l'infruttuosità della ricerca dell'hook vincente -nella mediocrità di "North Polar Land" o della lagnosa leggerezza di "Blue And Black Dream"- le tracce finiscono poi per arenarsi in lamenti distorti da garage rock (le vocals atone e le chitarre farraginose di "Black Hole", il quasi punk-ska di "Tom's Tree"), riuscendo ciascuna a stravincere l'aperta battaglia contro la pazienza di chi ascolta malgrado la loro brevissima durata (solo in due casi si supereranno i tre minuti). Vani anche i tentativi di alzare la qualità e la varietà della tracklist con elementi tastieristici di stampo sessantiano ("Mike, The Center Of The World") o con effettati inserti di voce femminile: "Don't Look At The Moon" alla fine della sua -fortunatamente- breve durata lascia dietro di sè ben pochi spunti per il riascolto, facendosi ricordare per pochissimo tempo come mezz'ora abbondante di inappaganti rumorosità.



01. North Polar Land
02. Blue And Black Dream
03. Black Hole
04. Needle Point
05. Paroxetine
06. Don't Look At The Moon
07. He Didn't Know
08. Rolling Machine
09. Tom's Tree
10. Sun is Going Mad
11. Mike, the Center of the World
12. Play the Card

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