Platonick Dive
Overflow

2015, Black Candy
Post Rock / Elettronica

Recensione di Riccardo Coppola - Pubblicata in data: 15/02/15

Una quieta rivoluzione elettronica che stravolge, sfalda, trasforma un'architettura post-rock: si potrebbe così (con colpevole parsimonia di dettagli, sia chiaro) sintetizzare "Overflow", opera seconda del collettivo tutto italiano che si fa chiamare Platonick Dive, e che descrive la sua musica -in modo invero tanto telegrafico quanto azzeccato- "Electronic Therapy with feedback explosions".

Con "Overflow" si nuota infatti in acque spesso placide, calme, su un oscillante quanto impalpabile strato di synth o morbidezze di delay, per poi essere catapultati subitaneamente in brevi e rumorose tempeste di ruvidità chitarristiche (l'andamento risoluto del finale di "Please Dance Slowly", il drammatismo di "Mirror" che finisce per perdersi in struggenti urla al microfono su un tappeto di violini); s'attraversano cupi, suburbani passaggi industrial (la reznoriana "Above You") per poi sobbalzare all'ingresso di minimali beat elettronici.

Un'amalgama perfetta tra inclinazioni solo in apparenza opposte, in una tracklist lunga, variegata, che ha anche il pregio di non cercare con esasperante insistenza il proverbiale climax a la If These Trees Could Talk. Tra tradizionalismi onirici e morbidissimi vocoder quasi da chillout si è testimoni di una sperimentazione consapevole quanto audace, che può forse essere, talvolta, di difficile accettazione da parte dei puristi (si pensi ai glitch di voce femminile di "From Seattle To Berlin") ma che di certo non può passare inosservata.



01. Spoken Noise
02. Please Dance Slowly
03. Above You
04. From Seatte To Berlin
05. Underground Connections
06. High Tide
07. Mirror
08. Geometric Lace
09. Reverb Overdose
10. Backing Home Boulevard
11. The Best Is Yet To Come
12. Jet-Lag

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