I Decade sono un insolito quintetto inglese capace di scolpire il suono in un altro tempo, lasciando aperta una finestra nostalgica e facendovi entrare la loro inconfondibile alchimia di generi, che si armonizzano tra l'alternative, il brit-pop ed il grunge. Dopo la pubblicazione di alcuni EP agli esordi la band ha iniziato a farsi conoscere nel panorama britannico con l'album "Good Luck" (2014) calcando palchi di Festival eccezionali come il Download ed il Reading & Leeds. Le conferme si trovano nel 2017, con il secondo album "Pleasantries" che ha lanciato la band in un panorama musicale europeo a 360°, con un tour a supporto dell'album che non mancherà dal far tappa in Italia con quattro date: il 5 Aprile all'Alcatraz di Milano, il 6 Aprile all'Orion di Roma, a seguire il 7 Aprile a Bologna Zona Roveri e l'8 Aprile al New Age di Treviso.
L'album si presenta tra le tinte pastello di un convenevole, i Decade pongono un mazzo di fiori come cover art del proprio album, nonostante le undici magnetiche tracce che lo compongono siano assolutamente al di fuori delle limitazioni d'etichetta. La band formata dai cinque ragazzi di Bath trova il poliedrico frontman Alex Sears alla voce, Joe Marriner e Connor Fathers alle chitarre, Harry Norton al basso elettrico e alla batteria Dan Clarke.
"Human Being"si apre tra gli arpeggi di chitarra ed un'esortazione contemporanea all'essere umani, una traccia dove la ritmica aumenta nel ritornello contagioso. Segue l'elettrica "Daisy May", il riff è ravvisabile ed Alex Sears non manca dal lasciar trasportare la voce dai sonagli di un tamburello basco quasi duettandovi, nel brano è riconoscibile anche la seconda linea vocale del chitarrista Connor Fathers. Un brano carico di energia che non mancherà dall'avere un impatto empatico con il pubblico. Un progetto che nasce dalla consapevolezza che la musica sia in realtà l'unica necessità, alimentata da un desiderio inflessibile tanto da portare alla luce brani cristallini come "Wasted" e "Sunbeam" in cui il solo pizzicare le corde sia sufficiente ad emozionare. Nonostante la forte presenza di pezzi lenti ed introspettivi, l'alternarsi ritmico non risulta assolutamente un'interruzione oppure una pausa, bensì un evolversi di un'instancabile percorso creativo che culmina con un'esplosione di colori in musica, lasciando apprezzare i virtuosismi strumentali e la costruzione lirico-testuale.
"Turn of Your TV" ed "Anaemia" si costruiscono nella ricchezza del corpo sonoro, in cui l'interpretazione di Sears arricchisce ulteriormente lo spessore della nerboruta personalità dei brani. "Anaemia" lascia nell'intro ampio spazio alle chitarre che coinvolgono incredibilmente, grazie al feeling innegabile con Dan Clarke, accorto batterista che in ogni traccia è in grado di riversare il proprio carattere più che riconoscibile.
"Pleasantries" è un disco fuori dal tempo? Forse si tratta di più di una pausa dal tempo. Davanti al costruirsi temporale spesso caotico infatti, i Decade sono riusciti a creare un una pausa sonora sulla quale è possibile trovare il tasto play, e che ascoltandola è capace di colorare tutto attorno a noi con tinte vintage inaspettate.