Kansas
Point Of Know Return Live & Beyond

2021, Inside Out Music
Progressive Rock

Superato il punto di non ritorno, la brama dei nordamericani di creare e andare in giro ignora, consapevolmente ed efficacemente, lo scorrere dei lustri.
Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 01/06/21

Non esistono percorsi prestabiliti per le band: alcune decidono semplicemente di fermarsi, altre continuano a soddisfare, pandemia permettendo, la richiesta di apparizioni dal vivo prive di materiale inedito nella bisaccia, altre ancora svolgono, in sincronia, attività live e di scrittura. Possiamo affermare che i Kansas abbiano affrontato le tre situazioni, dalla lunga pausa dopo "Drastic Measures" (1983) agli anni successivi a "Somewhere To Elsewhere" (2000) sino alla rinascita, on stage e in studio, con "Prelude Implicit" (2016) e "The Absence Of Presence" (2020). Due album, questi ultimi, in grado di consolidare la nuova line-up e capaci di reggere il paragone con i lavori migliori del corposo catalogo della storica formazione prog statunitense.
 
Attraverso un'operazione identica che condusse alla pubblicazione, nel 2017, del doppio "Leftoverture Live & Beyond", viene ora edito "Point Of Know Return Live & Beyond", diviso tra una prima parte allegante otto pezzi estrapolati a macchia di leopardo da vari platter e una seconda che porge il disco del 1977 nella sua interezza. Interessante, e sicuramente gradita ai fan di vecchia data, la strategia utilizzata dal gruppo, visto che i brani scelti per la porzione iniziale non figurano nella rosa dei classici, a partire dalle superbe versioni di "Cold Grey Morning" e "Two Cents Worth", rispettivamente tratti da "Freaks Of Nature" (1995) e da "Masque" (1975). Maggiormente conformistiche, benché rese con performance notevoli, "The Wall" e "Song For America", mentre l'inclusione della recente "Summer" dimostra la qualità dell'offerta artistica odierna del sestetto. "Musicatto" e "Taking The View", invece, contenute nel lotto di "Power" (1986) e frutto della penna degli ex Steve Morse e Steve Walsh, godono, vivaddio, del lucore da troppo tempo negato loro; l'act, carico a mille, innesta il turbo in entrambe le composizioni, con il chitarrista Zak Ritzvi che inchioda il plettro nelle corde e la sezione ritmica Greer/Ehart capace di fare il bello e il cattivo tempo. La tempesta di "Miracles Of Nowhere" mette il suggello terminale a una selezione oculata e a una prestazione dei musicisti da incorniciare.
 
A ruota troviamo l'esibizione completa, e nella sequenza originaria, di "Point Of Know Return", che presenta sia quelle tracce regolarmente portate in tour (la title track, "Portrait" e "Dust In the Wind"), sia piste poco abituali, o addirittura mai sfoggiate sul palco ("The Spider", "The Lightning's Hand"). Un LP profondo nonostante le sembianze solari, che si interroga sui limiti della conoscenza umana, costruito seguendo i lineamenti di un songwriting gravido di progressive, puntate hard rock, qualche vibrazione AOR e sinuose suggestioni oniriche. Il tutto appare interpretato con lo spirito pioneristico dei Seventies e un taglio grezzo ed energico da applausi, ravvisabile soprattutto nei momenti più aspri. Un esempio paradigmatico è "Sparks In The Tempest", canzone nella quale la combinazione delle asce gemelle, le leggere percussioni e il battito funk di basso, synth e batteria, ci regalano uno shock elettrico da pelle d'oca, con la voce di Ronnie Platt che durante il refrain giganteggia cristallina e ficcante. Il set vero e proprio si chiude con "Carry On Wayward Son", la hit per antonomasia del combo di Topeka, per l'occasione un po' dilatata, mentre il finale bis, formato dalle meravigliose "People Of The South Wind", "Refugee" e "Lonely Wind", rappresentava, in realtà, l'apertura acustica del concerto.
 
Cosa aggiungere riguardo "Point Of Know Return & Beyond"? Nulla, se non per ribadire che i Kansas, a lungo considerati degli outsider di lusso, meritano ancora una volta la ribalta, perché, superato il punto di non ritorno, la brama dei nordamericani di creare e andare in giro ignora, consapevolmente ed efficacemente, lo scorrere dei lustri.




01. Cold Grey Morning
02. Two Cents Worth
03. The Wall
04. Song For America
05. Summer
06. Musicatto
07. Taking In The View
08. Miracles Out Of Nowhere
09. Point Of Know Return
10. Paradox
11. The Spider
12. Portrait (He Knew)
13. Closet Chronicles
14. Lightning's Hand
15. Dust In The Wind
16. Sparks Of The Tempest
17. Nobody's Home
18. Hopelessly Human
19. Carry On Wayward Son
20. People Of the South Wind
21. Refugee
22. Lonely Wind

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