Polaris
The Death Of Me

2020, SharpTone Records
Metalcore

Recensione di Isadora Troiano - Pubblicata in data: 20/02/20

A due anni dal proprio debutto, tornano i Polaris, una band che sta pian piano costruendo la propria fama in una scena, quella del metalcore, che è sempre più affollata. Emergere nel mare magnum del genere non è facile ed è evidente che gli australiani stiano sgomitando per farlo e perché ciò coinvolga il maggior numero di fan. Questa attitudine, ben definita nel primo disco "This Mortal Coil", è il filo conduttore del secondo lavoro, "The Death Of Me", una reiterata dichiarazione di intenti come a dire "Siamo qui, seguiteci".

 

Il disco è anticipato dall'uscita di uno dei brani di maggiore impatto, "Hypermania", fatto di chitarre velocissime, ritmi cadenzati, poi frenetici e una linea vocale aggressiva, martellante, violenta. Sono questi gli elementi su cui l'album è solidamente fondato, tenuti insieme dalla grande alchimia che intercorre tra i musicisti australiani. Altro asso calato in anticipo è il brano "Landmine", un concentrato di energia che sfiora il punk incastonato in una serie di stacchi e riprese più tipicamente metalcore. In questo compatto muro di suono c'è anche spazio per l'introspezione, come in "Martyr(Waves)" , un mid tempo che si sviluppa in crescendo e che rivela una delle sfaccettature più soft dei Polaris.

 

Il risultato generale è che in tutto il disco si oscilla tra brani più granitici ed estremi e altri più "leggeri" in senso di ritornelli e riff accattivanti, come nel terzo singolo "Masochist". Nonostante ripetuti passaggi di sound, i Polaris risultano convincenti nel loro intento di ritagliarsi il proprio spazio nel genere e nelle orecchie di un range più ampio di pubblico. Lo fanno in modo chiaro ma non banale, inserendo anche elementi di maturità, per una band relativamente giovane, come nel brano conclusivo dell'album "The Descent", sicuramente uno dei migliori del disco, che con i suoi stacchi in controtempo, il suo sound cupo e le linee vocali intrecciate è l'esempio lampante che i Polaris stiano lavorando per migliorarsi e maturare, per affermarsi definitivamente nella scena metalcore mondiale.





01. Pray For Rain
02. Hypermania
03. Masochist
04. Landmine
05. Vagabond
06. Creatures Of Habit
07. Above My Head
08. Martyr (Waves)
09. All Of This Is Fleeting
10. The Descent

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