DownFall
Punishment For The Infidels

2017, Memorial Records
Thrash/ Death

Torna alla carica una delle band più promettenti del panorama metal italiano
Recensione di Matteo Poli - Pubblicata in data: 25/03/17

Ultimamente, molto più che in passato, capita di imbattersi in band metal italiane di valore, che ci fanno ricredere sulle sorti del genere nel Belpaese, non sempre al passo coi tempi, come sappiamo.
All'indomani della firma con la Memorial Records, il 17 Marzo i DownFall, old school thrash/death band da Ancona, hanno pubblicato il loro nuovo lavoro "Punishment For The Infidels", mixato e prodotto da Adriano Quaranta presso gli Under Room Studios. Il nuovo lavoro, pur non modificando radicalmente il sound messo a punto nel precedente e fortunato EP ("Globalized Anger" del 2014) che li fece conoscere al grande pubblico, si allontana dalle originarie influenze hardcore/punk degli esordi e sembra porsi nel solco della nuova ondata di thrash vecchia scuola che ci ha deliziato le orecchie negli ultimi anni.

 

Formatasi verso la fine del 2007, la band ha cercato sin dall'inizio una sintesi tra le influenze metal e quelle punk/hardcore, come si evince dall'ascolto dell'omonimo EP d'esordio (2011); poco dopo, il chitarrista Francesco Morito lascia la band per essere sostituito da Matteo Luconi, il quale apporta ai DownFall una poderosa iniezione di thrash, in cui si avverte l'influenza di Sepultura e Slayer. Dopo tre anni di lavoro, un tour europeo in compagnia degli americani Ressurection e la partecipazione al festival svizzero Deserted Valley Metal Days, il risultato è evidente: un sound molto più personale e potente di quello degli esordi è quello che ci pervade ascoltando quest'ultimo lavoro di cui si potrebbe dire, parlando in percentuale: 80% thrash/death e 15% punk/hardcore... e il 5% mancante? Beh quello è tutto DownFall: non sono molte le band che riescono ad apportare un contributo originale a generi così tradizionali.

 

« "Punishment For Infidels" - dice la band - vuole essere un manifesto di rabbia, violenza e frustrazione, scaturite dalla volontà di non sottomettersi ad una società che ha come unico scopo l'omologazione, l'annientamento del singolo individuo». L'attitudine non manca, e si avverte sin dal primo video/singolo estratto dall'album, "Pleasure For Murder", a proposito del quale la band dichiara: «È il nostro primo video e siamo molto soddisfatti di come è venuto. Avevamo tante idee in mente e Filippo Pesaresi - il regista - è riuscito a inglobarle tutte in un video semplice ma dall'impatto incredibile».
Solo due pecche troviamo in questo lavoro, che lo collocano qualitativamente un po' sotto la scena internazionale: anzitutto, il cantato, decisamente Tom Araya/Max Cavalera oriented, risulta qua e là poco intellegibile e, soprattutto un po' fiacco. Ci si può aspettare di non capire i testi di album del XX secolo, non dell'attuale, in cui il mixaggio digitale dovrebbe provvedere. Questo ci porta al secondo appunto: la produzione, precisa e curata per tutto il resto, appare carente sulle frequenze dei bassi, il che riduce notevolmente l'impatto potenzialmente devastante del sound della band. Due piccole pecche, in un lavoro per altro fresco, potente, avvincente e che impone i DownFall come una delle realtà più rilevanti della scena metal nazionale.





01. The Torture
02. Pleasure For Murder
03. Corrupted In Black
04. God's Hand
05. Slaughterism
06. Misanthropic Solution
07. Feeding The Beast
08. Abyss
09. Last Prophecy
10. Mass Homicide
11. Machination Of Revolution

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