Pure Reason Revolution
Eupnea

2020, Inside Out
Progressive/Alternative Rock

Dopo un decennio, torna una delle band più promettenti del panorama prog/alternative dei primi 2000.
Recensione di Federico Barusolo - Pubblicata in data: 03/04/20

Più di due secoli sono trascorsi da quando Immanuel Kant ridisegnò i confini dello scibile umano attraverso quella che da molti è considerata l'opera magna del filosofo tedesco, la "Critica della Ragion Pura". Oltre la critica è la rivoluzione; quella che serve a un genere come il progressive rock nel 2020 per valicare i rigidi dettami che da sempre lo contraddistinguono.


Ed è proprio a nome di Pure Reason Revolution che il progetto inglese di Jon Courtney e Chloe Alper ha aperto una parentesi a inizio millennio, portando con sé una moltitudine di stili ed elementi contrastanti in un contesto prog/alternative e attirandosi da subito l'attenzione della platea. E proprio questa parentesi, lasciata in sospeso nell'ormai lontano 2010 con "Hammer And Anvil", è finalmente sul punto di essere ripresa con una nuova, attesissima release.


"Eupnea", ossia la respirazione tranquilla, di normale frequenza, è un titolo così involontariamente calzante rispetto al preciso periodo storico in cui vede la luce, invece amorevolmente riferito alla non facile esperienza paterna di Courtney. L'artwork, non altrettanto attraente, sembra confondere ulteriormente le idee rispetto al contenuto dell'album. Eppure, "Eupnea" è senz'altro il lavoro più pulito e schietto uscito dalle mani dei PRR, con un sound tanto cupo e "disturbato", quanto definito e compatto. Anche il duetto tra i due vocalist non è mai apparso così efficacemente bilanciato, il timbro grezzo e rabbioso di Jon Courtney contro il candore vocale di Chloe Alper, perfettamente incastrati tra sonorità di ispirazione electro-industrial e componenti decisamente più dolcemente amiche, come il piano in "New Obsession" e l'intermezzo di tastiera funk sul finale di "Silent Genesis". Proprio in questo momento è altrettanto facile identificare nel sound della band anche le influenze del mondo acid jazz di artisti come, su tutti, Chriss Joss.


"Ghosts & Typhoons" segna il momento più tipicamente industrial del disco, portando in campo una miscela di elementi alla Nine Inch Nails e uno stile più riconducibile al panorama alternative centro-europeo. È questo probabilmente il picco di coinvolgimento dell'album, con le sue variazioni ritmiche, i ritornelli rallentati e quasi cristallizzati all'interno di una progressione centrale che sfocia in un finale ad altissima tensione.


Tante citazioni più o meno velate, sì. Ma quella che emerge da "Eupnea" è una personalità ben distinta e uno stile unico, qualcosa che all'interno del panorama prog (se così davvero si può etichettare) fa ben sperare per il futuro. Di certo, questo disco è l'ennesima prova di come spesso le lunghe attese riservino delle ottime sorprese, frutto certamente di scelte musicali ben ragionate, ma anche di una certa libertà compositiva rispetto a pressioni ed obblighi derivanti da fattori esterni.


"Eupnea" è un album cupo e malinconico, esattamente come questo inizio di decennio. La speranza però non manca, ed è da ricercare nella fragile bellezza e schietta intimità che talvolta solo i momenti peggiori sanno far uscire.





01. New Obsession
02. Silent Genesis
03. Maelstrom
04. Ghosts & Typhoons
05. Beyond Our Bodies
06. Eupnea

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