NODe
Rcade

2018, Space Race Records
Electro Pop

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 20/09/18

In un qualsiasi ristorante al termine dell'Universo è d'obbligo gustarsi lo gnaB giB: forse farlo in compagnia dei NODe accrescerebbe la sensazione di un consumo più soddisfacente ed esplosivo. Tra deflagranti Big Babol, chitarrine di plastica, elettronica da dancefloor e un sottile senso di inquietudine, ecco che i Not Ordinary Dead, confermandosi come i Douglas Adams dell'entertainment musicale, riescono nell'impresa tanto di interessare avventori esigenti quanto di divertire famiglie in semplice cerca di svago dalla routine quotidiana. Con un'iconografia da videogiochi anni '80 e un titolo che profuma di Tetris e Pac-Man, "Rcade" rappresenta l'album maggiormente sinuoso ed eterogeneo prodotto dal combo campano; l'ingresso di Karissa alla voce e alle tastiere innesca la miccia decisiva per un viaggio fantascientifico nel quale si de-materializza il legame con i Planet Funk a favore di un'immersione tout court nell'easy listening di qualità, sintetico e fluttuante, ma, in fin dei conti, non così scanzonato.


E infatti tocca a un nugolo di malinconici synth aprire "We Are We Are", traccia dai morbidi e incalzanti beat fluo che diventano di natura gommosa in "Danny Rules Again", mentre cori in stile Bee Gees e un cantato etereo e allo stesso tempo vicino ai primi Gorillaz rappresentano la carta vincente della trascinante "S.O.D.A.". Alla decisamente bubblegum "We Can't Save The World, Today" segue una "Wrecked Star" che condensa Donna Summer e il David Bowie di Scary Monsters (And Super Creeps) in quattro minuti abbondanti dal ritmo frenetico. E se "Precious Treasure" e "This Human Kills" ammicano alla mutant disco vestendo i panni apparenti dell'electro pop a rapida presa, "Summer Of 69" si giova dell'utilizzo arioso e vintage di una tecnologia dal volto umano; chiude "We Are We Are (Theme from)", breve rivisitazione dell'opener in chiave dark.


Meno spigolosi e rock oriented rispetto al passato, i NODe nel terzo lavoro mostrano che si possono guadagnare galloni di credibilità e stima miscelando la fruibilità colorata della pista da ballo con una ricerca sonora tutt'altro che banale: e se a tratti "Rcade" distilla umori new wave, ebbene, le gocce cadute dall'ampolla magnetica evaporano velocemente, attratte dalle luci accecanti della mirror ball. Penetrando sottopelle.
 
 
Ascolta QUI il disco in streaming!




01. We Are We Are
02. Danny Rules Again
03. S.O.D.A.
04. We Can't Save The World Today
05. Wrecked Star
06. Precious Treasure
07. This Human Kills
08. Summer Of '69
09. We Are We Are (Theme From)

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