Elvenking
Reader Of The Runes - Divination

2019, AFM Records
Folk Metal

Gli Elvenking forgiano un altro gioiello nella loro discografia, quel concept tanto desiderato dalla band, prende forma e luce, sino a brillare di una splendida luce propria
Recensione di Fabio Polesinanti - Pubblicata in data: 29/08/19

L'arrivo di una figura misteriosa in un villaggio antico, l'impatto emotivo e mistico che avrà su alcuni personaggi nel corso dell'intera storia tramite la divinazione delle rune. Benvenuti nel magico mondo di "Reader Of The Runes-Divination", nuovo gioiello nato in casa Elvenking. Dopo svariati anni di carriera, il gruppo italiano compie nel modo più ambizioso possibile il salto di qualità definitivo, che rappresenta la maturità artistica di una band che ha saputo creare un genere ben definito e riconoscibile, e portare con orgoglio la propria proposta musicale sui palchi di tutto il mondo. Il decimo lavoro della band pone lo zenith su un album che rasenta quasi la perfezione sotto tutti gli aspetti, non solo musicali, dell'opera. E' significativo che, proprio in questo traguardo importante e prestigioso del decimo album, i ragazzi siano riusciti sapientemente a trasformare la difficoltosa sfida di creare un concept album in una ulteriore possibilità di crescita, portando l'asticella della qualità decisamente su alte coordinate. Il concept, già da diversi anni nella mente della band come un forte desiderio espressivo, come ci racconta Damnagoras nella nostra interessante intervista, ha finalmente visto la luce con questo album, prima parte di una storia che si svilupperà su ben 3 dischi (in questo primo vengono introdotti i personaggi e la storia narrata). Segno di una ritrovata forza ed entusiasmo, oltre che una grande quantità di idee musicali e non da poter sviluppare con la giusta dose di ambizione. Basta osservare solamente la splendida copertina per capire che siamo di fronte ad un prodotto di grande qualità, e scopriremo, tra le note del disco, quanto l'aspetto musicale vada oltre le aspettative già alte che tutte queste caratteristiche sopracitate avevano creato.

 

Dopo una classica ed epica intro, il disco è introdotto da "Heathen Divine", una cavalcata potente in classico stile Elvenking che conquista già al primo ascolto. Riff di chitarra e violino vanno a braccetto nella successiva "Divination", un vero e proprio proiettile sparato nell'orecchio dell'ascoltatore con un chorus semplicemente da cantare a squarciagola. Nello sviluppo delle melodie e della sezione ritmica è preponderante il desiderio della band, di toccare, all'interno delle varie canzoni del disco, ogni aspetto del sound fin qui sviscerato nel corso della loro carriera. Quindi si tocca il folk più acustico e sussurrato, come in "Eternal Eleanor" o nella semi-ballad "Diamonds In The Night" e diametralmente all'opposto si trovano echi di metal violento in oscillazione tra il balck e il death di " Malefica Doctrine". Tra queste vi sono brani che è impossibile non citare per la loro completezza e per l'ispirazione del songwriting. Su tutti il singolo "Silverseal", probabilmente una delle canzoni migliori dell'intera discografia, che ha il perfetto equilibrio di sound ,testo, incipit e chorus, incarnando in maniera perfetta ciò che sono gli Elvenking oggi nel 2019. "Under The Sign Of Black Star " è un'altro pezzo diretto, completo, perfetto mix di epicità, passaggi rock melodici e chitarre heavy per un risultato che alla fine trascina ed emoziona. "Sic Semper Tyrannis" ha un ritmo marziale che rimanda agli ultimi Sabaton ma con toni più epici. "Warden of the Bane" che parte diretta ed heavy per svilupparsi in una song decisamente più complessa, e l'epica "Reader Of The Rumes" chiudono un album difficile da dimenticare, un album di qualità altissima e soprattutto, molto semplicemente, bellissimo da ascoltare. Proprio l'ultima canzone, non a caso titletrack, è l'ulteriore esempio del passo in avanti compiuto dagli Elvenking, con un pezzo di oltre dieci minuti che richiama la varietà e l'epicità intrinseca di alcune delle più grandi band  del genere (un ricordo sicuro alla "And Then There Was Silence" dei Blind Guardian, non solamente per l'elevato minutaggio).

 

Impossibile non emozionarsi dopo un album del genere, e non riconoscere a Aydan, Damnagoras e compagni di aver creato un album inattaccabile sotto ogni punto di vista e dove ogni cosa è curata sin nei minimi dettagli. Il nuovo vigore della band , nato e cresciuto dopo "The Pagan Manifesto" ha avuto il suo zenith in questo album, che ha saputo sicuramente e sapientemente attingere ad ogni peculiarità dei lavori precedenti, prendendone il meglio e confezionandolo in uno scrigno prezioso, da aprire, ammirare ed apprezzare. E' una decisa e vigorosa affermazione sul fatto che gli Elvenking nel corso della loro storia abbiano creato un genere a parte, che ha sì numerosi richiami a vari generi, ma che è mixato in maniera così particolare ed originale, da rendere difficile qualsiasi altra catalogazione o paragone con altri. E questo non può che essere deciso motivo di orgoglio per il gruppo friulano.Un lavoro che lascerà a bocca aperta i fan della band e che invita con decisa forza chi ancora non li segue a farlo, perchè qui ci sono davvero tanti riferimenti musicali, dall'heavy al folk, all' hard rock, perfettamente confezionati, intagliati e scolpiti proprio come una magica runa su una pietra lucente. Che la storia abbia inizio...





Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool