Ready, Set, Fall!
Memento

2014, Lifeforce Records
Metalcore

Recensione di Lorenzo Zingaretti - Pubblicata in data: 15/02/14

Avete presente quando, mentre si ascolta un disco, esce fuori quella sensazione di “già sentito” ma non si riesce a definire precisamente da dove provenga? Il primo full length dei Ready, Set, Fall! (sì, è scritto con il punto esclamativo), in uscita per la Lifeforce, ha questa caratteristica. Il quintetto metalcore-melodeath di Genova, dopo un EP di esordio, tenta subito il colpaccio entrando nel roster di una delle label più attente al genere e sfornando questo “Memento”, composto di undici pezzi che viaggiano appunto sul binario del metal moderno.

Non c'è dubbio che il disco sia composto, suonato e prodotto alla perfezione: la resa audio è molto potente e pulita, così come si chiede allo stile proposto dai Ready, Set, Fall!, e tutti gli strumenti escono dal mix in maniera assolutamente definita. Già dall'opener “Deceiving Lights” vengono messi sul piatto gli ingredienti fondanti della band genovese, a partire da un riff che ricorda vagamente i Meshuggah e soprattutto i loro seguaci dediti al cosiddetto djent (ad esempio i Periphery), proseguendo con la classica alternanza tra growl e clean, rispettivamente nelle strofe e nei ritornelli, per arrivare all'atteso breakdown finale. Tra qualche piccolo inserimento sperimentale (il break di “A.N.S.I.A.”) e refrain più o meno riusciti (in tal senso “Honor” è molto efficace, mentre “Labyrinth” risulta un po' stucchevole, con quel tono vagamente industrial), si viaggia intorno alla mezz'ora abbondante di durata, espediente che evita di appesantire eccessivamente l'album.

Le influenze sono chiare, basta pescare nel calderone del death melodico di matrice svedese tipico di Soilwork, in quello contaminato dal post-thrash à la Sylosis e ovviamente nel metalcore d'oltreoceano – e qui la lista di nomi potrebbe occupare metà della recensione. A titolo di esempio, alcune soluzioni e atmosfere ricordano i Bleeding Through, o ancora certe composizioni potrebbero far parte di un disco degli All That Remains (compresa la fastidiosa sensazione che il gruppo di Phil Labonte mi ha sempre dato, quella per cui i ritornelli in clean a volte sembrano incollati a forza nel brano, quasi come se ci dovessero essere per contratto). Le suddette clean vocals, a livello timbrico e melodico, sono invece piuttosto vicine a quanto fatto dai Trivium, altra band a cui i Ready, Set, Fall! si ispirano in maniera palese.

Resta il fatto che, come suggerito in precedenza, il disco sia molto solido: a livello sonoro non sono riscontrabili difetti e sicuramente può essere apprezzato dagli amanti del genere. In tutto questo, la derivabilità del prodotto resta un problema piuttosto evidente che impedisce ai Ready, Set, Fall! di convincere in pieno. Ma va almeno apprezzata la loro onestà, dato che ci avvertono fin dall'inizio: il disco si intitola “Memento”, che in latino significa “ricordati”. E quello che abbiamo ascoltato ci ricorda sicuramente qualcosa.



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