Rebirth Of Enora
Revelation8

2018, Autoprodotto
Alternative Rock

Recensione di Dario Fabbri - Pubblicata in data: 09/05/18

"My life is fadin',

The phantom of myself is waiting for the answer"

 

I ferraresi Rebirth Of Enora sanno bene che l'Alternative Rock non è un genere schematico, che lascia ben poco spazio alla fantasia e alla creatività. Il punto di forza della band è proprio la consapevolezza di avere pochi limiti e di disporre di un'infinità di elementi da proporre a chi ascolta. Dopo un paio di EP rilasciati negli ultimi anni e qualche tour fuori dall'Italia, il gruppo pubblica "Revelation8", primo album della propria carriera. Il disco è stato composto e registrato magistralmente e si percepisce del lavoro minuzioso dietro ad ogni singolo dettaglio. Ne sono prove esemplari le prime due tracce, "Inside My Brain" e "The Phantom Of Myself", due veri e propri gioiellini che contengono all'interno un buon riassunto di ciò che i Rebirth Of Enora sono: chitarre distorte mescolate a strumenti come violini, tastiere e archi, con l'aggiunta di una buona dose d'elettronica e di testi pregni di dolore, rabbia e malinconia.

 

Considerato questo straordinario inizio, fare di meglio era veramente difficile, infatti il singolo "World On Fire" e l'energica "I Would Never" non reggono benissimo il confronto con le opener. Ma la band ha il pregio di non cadere nella trappola della ripetitività e piazza al momento giusto la canzone più soft del lotto, "When, Where, Why", che con la sua estrema orecchiabilità arriva immediatamente all'ascoltatore, grazie ad un ritornello che si imprime facilmente. Verso la fine sono presenti altri brani interessanti e ben riusciti come o quasi quanto le prime due, in particolar modo la potente "Uniforms", in quanto riesce ad incastrare alla perfezione tutti gli elementi già citati e li combina ad uno scream degno di nota. Abbiamo però, dall'altro lato, una "See You" che risulta essere forse l'episodio meno convincente del platter.

 

Il finale è segnato da "These Words We Say" e "The End Is Getting Closer", due canzoni particolari che portano una ventata d'aria nuova, anche se il suono della band rimane assolutamente riconoscibile. Si tratta di un epilogo decisamente azzeccato, poiché la band propone nuovi elementi e corre qualche rischio, senza snaturarsi o andare sul sicuro, garantendo così una fine più che convincente ad un disco di 10 canzoni che presenta molti pregi e soltanto qualche lieve ombra. Prendendo spunto da band che han segnato la storia dell'Alternative Metal come i Linkin Park, i Breaking Benjamin e i Deftones, i quattro musicisti di Ferrara hanno tutte le carte in regola per dire la loro e sfondare, portando avanti un tipo di musica tanto orecchiabile quanto elaborata e profonda.





01. Inside My Brain

02. The Phantom Of Myself

03. World On Fire

04. I Would Never

05. When, Where, Why

06. See You

07. Uniforms

08. Take Me On

09. These Words We Say

10. The End Is Getting Closer

 

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool