AFI
The Missing Man

2018, Rise Records
Alternative Rock

Recensione di Dario Fabbri - Pubblicata in data: 16/12/18

"There's a missing man, easy to find
There's a dying man, easy to find
With eyes like mine
"

 

Una carriera quasi trentennale, un sound fresco e avvolgente più che mai. Con l'EP "The Missing Man", gli AFI hanno dimostrato pienamente di non essere una band ancorata al passato e di avere ancora tantissimo da offrire al mondo del rock. Attenti agli sviluppi recenti del proprio genere, l'Alternative Rock, i nostri hanno saputo combinare elementi moderni (come il lieve uso dell'elettronica e dei synth) a elementi squisitamente classici: quasi tutte le canzoni presentano un assolo di chitarra, il che è un atto di coraggio, considerando il fatto che molti loro colleghi ultimamente hanno sepolto la chitarra sotto basi dense d'elettronica.

 

La batteria martellante di "Trash Bat" apre le danze, sin dai primi secondi di questa traccia si è catapultati in un'atmosfera cupa ma allo stesso tempo energica, degna dei migliori momenti della carriera dei quattro musicisti americani. Terminata la breve e coinvolgente "Trash Bat", i nostri strizzano l'occhio al sound del loro disco più famoso, "Decemberunderground", con le enigmatiche "Break Angels" e "Back Into The Sun": tra i virtuosismi vocali di Davey Havok e i riff di chitarra firmati Jade Puget, a tratti potenti e a tratti mescolati con tutti gli altri strumenti, l'ascoltatore rimane avvolto dal suono sublime di queste due canzoni, suono che ha caratterizzato gli ultimi 15 anni di questa band. Il singolo di lancio "Get Dark" sembra preso in prestito dai Nothing But Thieves, soprattutto per quanto riguarda la base, anche se il tocco degli AFI si sente soprattutto nel ritornello e nell'assolo rapido e tecnico, classico di Puget, il quale si conferma il grande protagonista di questo nuovo lavoro. Il meglio, però, deve ancora arrivare: il finale è riservato alla title track, "The Missing Man", una canzone cupa e criptica, impreziosita dalla voce sognante di Havok, dai violini e dal fantastico arpeggio di chitarra acustica che fa da tappeto all'intera canzone. Si tratta, con tutta probabilità, di una delle canzoni meglio riuscite di tutta la lunga carriera dei ragazzi capitanati dal carismatico Davey Havok.

 

In tutto questo, però, c'è anche una nota negativa: la band avrebbe dovuto lavorare ad altri brani e produrne un disco, per dare ulteriore valore allo stato di grazia attuale del gruppo. "The Missing Man" probabilmente nasce dall'esigenza di comunicare un messaggio a chi li ascolta, ai fan e alla critica che hanno bollato il loro ultimo disco "AFI (The Blood Album)" come monotono e ripetitivo. Non si tratta di una rinascita e nemmeno di un nuovo percorso: "The Missing Man" è semplicemente l'ennesima conferma del grande talento degli AFI, condensato in appena 15 minuti.





01. Trash Bat

02. Break Angels

03. Back Into The Sun

04. Get Dark

05. The Missing Man 

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool