Aucan
Stelle Fisse

2015, Kowloon Records
Elettronica

Un Disco minimalista, che seppur ricercato non si scrolla di dosso una vena Dance un po' troppo "furba".
Recensione di Giovanni Maria Dettori - Pubblicata in data: 27/12/15

A 4 anni di distanza da "Black Rainbow", gli Aucan pubblicano "Stelle Fisse", un Album che già dal primo ascolto dà il segnale di lasciare il suono grezzo e ibrido dei lavori passati, andando a configurarsi come un lavoro "minimal" e decisamente più orientato all'elettronica dei Club.
Il Disco è oscuro e "notturno", nonchè urbano. Un uso massiccio di Delay e echi riempie le tracce,  nascondendo la voce nelle sue trame per poi rilasciarla dopo i momenti di Climax, inebriando e confondendo spesso l'ascoltatore. Per quanto il lavoro sia estremamente curato, è evidente la rottura con i lavori passati: c'è meno sperimentazione acustica, meno virtuosismo, e ci si attacca molto alla "certezza" della Dance (certo una Dance sempre di un certo livello, quella proto-britannica per intenderci). A conti fatti "Stelle Fisse" è meglio degli ultimi discutibili EP, ma nemmeno questa nuova trasformazione del Trio di Brescia convince a pieno.


Il disco apre bene con "Disgelo", una 2-Step cybernetica e "riflessiva", con un ottimo lavoro del Synth in sottofondo. La seguente "Friends" è più spudorata e meno inedita, così come "Errors", che dopo un inizio tutt'altro che banale grazie al suo inquietante arpeggio, si trasforma mostrando riflessi un po' facili da Playlist di Club. Va meglio "Disto", una sorta di marcia-stomp, sempre inquietantemente in bilico, dove ci si perde tra gli echi e i synth. Bisogna aspettare "Grime 3" per ascoltare suoni acustici e non forsennatamente elettronici, con un interessante incipit di chitarra acustica che si perde in un ennesimo minimalismo, nonchè in un nuovo pezzo dai toni Techno non troppo inediti. Un'occasione persa.

"Light Sequence" sembra uscita invece dalla colonna sonora dell'ultimo "Tron" firmata dai Daft Punk, con un severo incedere dei sintetizzatori, che frenano, riaccelerano, coinvolgono e stavolta, convincono anche. L'inquietante intro di "Outer Space" ci conduce alla conclusione, dunque a "Cosmic Dub", che nei suoi 7 minuti non riesce mai a definirsi e a realizzarsi: un "oggetto del mistero" non particolarmente piacevole.


"Stelle Fisse" è un disco con una dimensione ed un profilo ben definiti: una linea oscura e fantascientifica unisce le 10 tracce che lo compongono dall'inizio alla fine, ma non tutto purtroppo è riuscito a convincerci, forse perchè questo è un lavoro che rompe sonoramente con il passato degli Aucan, assumendo le sembianze di un disco pensato e realizzato unicamente per un pubblico amante del genere elettronico, e perdendo l'originalità che rendeva i lavori del trio fruibili per un pubblico più vasto, dove l'elettronica era più un mezzo, che non un fine, per creare forme intelligenti e stravaganti. Peccato.



1. Disgelo
2. Friends
3. Errors
4. Loop Layers
5. Disto
6. Above Your Head
7. Grime 3
8. Light Sequence
9. Outer Space
10. Cosmic Dub

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