Red
Of Beauty And Rage

2015, Provident Label Group/ Sony
Alternative Rock

Recensione di Alessio Sagheddu - Pubblicata in data: 24/03/15

Interpellato riguardo alla sua nuova fatica, è d’obbligo, che il musicista in questione si lanci sempre nella descrizione dell’album vantandone pregi e migliorie. Ma non è mai abbastanza, sapete? Almeno non fin quando l’artista, stremato da rapaci giornalistici, non insorge con la frase “è il mio/nostro miglior lavoro”, scomodando così dal trono il precedente lavoro. Quasi tutti lo affermano ma in pochi ci credono veramente, infatti, più che una verità sembra esser diventata una frase di rito. Perché di questi tempi parlare di “best work ever” è un qualcosa di non calcolato. Qualcosa che lo stesso artista non riconosce subito ma lentamente se ne convince. Un po’ quello che succede con i Red ed il loro nuovo album "Of Beauty And Rage".

 

Siamo talmente abituati a sorbirci album scadenti ma ben sponsorizzati che finiamo per dimenticarci della bellezza di un album che vuole far parlare la propria musica e frena quella promozione balorda ed inutile. Ai Red non importa. Non importa a chi scrive. Il terzetto proveniente da Nashville arriva quindi al traguardo del quinto album, un lavoro sentito e passionale, addetto promozionale/stampa della sua stessa musica. Quindici tracce che ripercorrono un filo rosso che lega l’introspettivo al personale: chiunque -questa è una sfida bella e buona- troverà qualcosa di se all’interno di quest’album. Ecco, sì, di bellezza in rabbia. L’impatto sonoro svela subito che ci troviamo di fronte ad un album fortemente costruito su soluzioni hard rock, evoluzione spontanea di un certo alternative rock che ora più che mai sfonda quel muro “christian rock” (etichetta quanto meno riduttiva posta accanto a questa nuova uscita). Ma non è tutto, "Of Beauty And Rage" sa essere sinfonico e ingloba, infatti, una sezione d’archi ben riconoscibile per ogni pezzo rimarcando quella parte drammatica e intelligentemente radio-friendly che non perde mai credibilità ma anzi ne accresce l’intensità. Una volta immersi nell’ascolto, i vari paragoni svaniscono e già dall’apripista (“Descent”) avversa alla sua controparte finale (“Ascent”) ben s’intende che l’importanza del concept album ha qui un valore aggiunto: un cammino tortuoso nelle viscere dell’inconscio nascosto, scansione personale del nostro rapporto con il mondo che ci circonda e delle persone che ne fanno parte. Quella stessa parte che alcune volte, lungo il cammino, porta inevitabilmente a toccare il fondo e lasciarti lì, in balia di una debole speranza, unica vera arma per riaffiorare dal buio. Scorrendo e ascoltando la tracklist non c’è pezzo che non vorresti in radio di prima mattina o che rifiuteresti al crepuscolo dopo una dura giornata. Su un tappeto di foglie vermiglie si consuma la duttilità vocale di un Michael Barnes che, riuscendo a colorare la sua voce sprigiona in musica la delicatezza, la bellezza e la rabbia (l’intonazione delle harsh vocals non è una cosa che si sente tutti i giorni) a lui si deve l’amalgama degli inserti orchestrali, a lui si deve quello scavare in profondità che fa la fortuna di brani come “Shadow And Soul”, vera perla dell’intero lotto. Basta ascoltare la tragedia perpetrata ai danni di una "Falling Sky" oppure dare un’occhiata al video di “Darkest Part” per entrare nelle mille sfaccettature di quest’album; basta anche ascoltare “Yours Again”, “The Ever” o “Part That’s Holding On”, per capire che brani del genere in mani differenti avrebbero intrapreso la strada del ridicolo, del melenso più squattrinato.

 

Like a poet without pain
Like a beauty without rage
Like an innocence without a life to save
Like a hope without a slave
Like your eyes without a face
Like an instinct with no other life to take

It's beauty and rage


Arrivati al finale non importa più tanto sapere se questo è il miglior lavoro dei Red. Arrivati qui è importante sapere se si è in possesso di qualcosa in più. Forse una debole luce, forse la notte più oscura. Non importa più scrivere un finale nella norma o una considerazione stantia e intangibile di un qualcosa che, ahinoi, solo una personale introspezione può spiegare.





1.Descent
2.Imposter
3.Shadow and Soul
4.Darkest Part
5.Fight to Forget
6.Of These Chains
7.Falling Sky
8.The Forest
9.Yours Again
10.What You Keep Alive
11.Gravity Lies
12.Take Me Over
13.The Ever
14.Part That’s Holding On
15.Ascent

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool