Reflections
Exi(s)t

2013, SPV
Death/Prog Metal

Recensione di Riccardo Coppola - Pubblicata in data: 19/12/13

C'è un maligno trappolone nascosto tra le note che aprono "Exi(s)t", motivo per il quale ci sentiamo in dovere di mettervi subito in guardia. Se le delicate tastiere, i violini emulati dai synth o le avvolgenti ed evocative elettroniche potrebbero infatti far pensare all'inizio di una rilassante scampagnata in territori atmosferici, basta meno di un minuto e mezzo perché entrino in gioco, con un impatto frontale che farebbe paura ai Meshuggah, quelli che saranno gli attori principali dell'album: devastanti bordate di blast-beat, scream improvvisi e taglientissimi, growl laceranti e viscerali.

 

Avendo assorbito come efficaci spugne tutta l'ultima decade di suoni djent - e dunque di balzelli simultanei di bassi e chitarrone in accordature rigorosamente iper-ribassate, shredding a sorpresa e impietose violenze perpetrate ai danni di innocenti drumkit - i Reflections, nei soli tre anni in cui sono stati in giro (l'album d'esordio, "The Fantasy Effect", risale a una ventina di mesi fa) sono riusciti a svilupparne una declinazione originale quanto diabolicamente malvagia: le vocals vengono portate a bazzicare spesso dalle parti del mondo -core (i tre strabordanti minuti di "Delirium" costituiscono un ottimo esempio) e molte altre volte su lidi quasi brutal, arrivando in alcuni casi a far sembrare molti recenti rispettati death act (prendete pure gli Obscura, o se vi piacciono di più i The Faceless) educatissime cover band di sigle di cartoni animati.

 

La band statunitense riesce però a mostrarsi progressiva non soltanto letteralmente, per il modo più o meno condivisibile con il quale aggiunge nuovi elementi alla tradizione oggi incarnata da Periphery e Tesseract, ma anche nel senso comunemente accettato dai vocabolari del metallaro: c'è spazio dunque per pause di riflessione sotto forma di lente, godibili parti di clean guitar (qualche breve solo, ma anche cioccolatini al gusto Ne Obliviscaris a cavallo tra "Candle" e "This House" e in chiusura a "Stories Through Storms"), o addirittura per corroboranti carezze di femminee voci, avviluppate da delicati arpeggi acustici e malinconiche note al piano (l'incredibile evento succede sull'ottima "Lost Pages").

 

Magari, quando nell'ultimo paio di brani il contatore di open notes raggiunge e forse anche supera le sei o sette cifre, il canovaccio può cominciare a mostrarsi un po' logorante, e il mal di testa per i non avvezzi al genere (ma non solo) può essersi reso pressappoco cronico e incurabile; resta comunque innegabile che "Exi(s)t", anche nel caso in cui le innovazioni proposte non vi scuotano più di tanto, riesce a farsi ricordare se non altro per le sue esplosioni di bestiale crudeltà. E in un panorama zeppo di aspiranti riletture dei soliti classici che prendono forma in file infinite di riff triti, ritriti, anonimi e informi, la cosa non può che essere un merito.





01. Exit

02. Delirium

03. Vain Words From Empty Minds

04. Bridges

05. Lost Pages

06. My Cancer

07. Candle

08. This House

09. Stories Through Storms

10. Exist

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