Rewout
Rewout

2015, Zetafactory
Alternative Rock

Recensione di Alessio Sagheddu - Pubblicata in data: 06/05/15

Proprio l’altro giorno mentre guardavamo la diretta del concerto dell’1° maggio, siamo rimasti sorpresi, sì. Siamo rimasti piacevolmente sorpresi quando, ad esibirsi sul palco, sono arrivati Cristina Scabbia ed i suoi Lacuna Coil. L’esibizione, intervallata da una pubblicità fastidiosa (ma obbligatoria, lo si sa), non ha fatto altro che abbreviare ancor di più il tempo a disposizione per la band milanese che però ha comunque calcato il palco insieme ad altri artisti ben più blasonati, se così possiamo definirli. Una sorta di piccola conquista, non solo per la band stessa ma soprattutto per tutta quella musica, tutti quelli artisti italiani che da anni, nell’ombra, lottano per portare avanti i loro progetti e la loro passione nonostante la stessa Italia sia loro ostile e tremendamente indifferente. Che l’Italia si stia svegliando, lasciando trasparire qualche buon presagio per il futuro? Solo il tempo potrà dirlo ma nel frattempo, abbandonata la bolgia del concertone, quella stessa sera, spulciando tra la somma lista dei nostri promozionali, siamo incappati in un’altra solida realtà made in Italy che alla pari della band milanese, meriterebbe ben più spazio di quello che, ad oggi, occupa. Stiamo parlando dei Rewout, sestetto dalla provincia di Napoli, arrivato qui all’album di debutto omonimo.

 

Qualcosa che proviene direttamente da una predisposizione alla teatralità ma anche da una visione dell’arte a tutto tondo (l'artwork non é altro che l'incontro dei visi dei cantanti); un gruppo affiatato di musicisti sbocciati ognuno nei suoi personali studi in conservatorio che durante gli anni ha saputo prendersi la sua buona fetta di premi, concorsi e live in giro per lo stivale. “Rewout” non é altro che questo: il lavoro di un gruppo che durante gli anni ha testato la sua proposta per poi racchiuderla in questa release dove vengono a tutti gli effetti trasportate le caratteristiche, dal doppio cantato (neanche a farlo apposta, anche stavolta riemergono i Lacuna Coil) alle tentazioni vintage/rock fino alle interpretazioni incisive dei due singer. La punta di diamante sono proprio quest’ultimi, Domenico (responsabile anche delle coreografie e della parte visiva dello show) e Xana che riescono sì, a ritagliarsi piccoli spazi solisti ma anche momenti in cui le due voci s’intrecciano. Capita quindi di ascoltare “I Wish I Was Mad”, momento solista della voce maschile sicuramente più improntata sull’interpretazione e capita anche di immergersi nei momenti in cui il timbro e la voce di Xana si lasciano andare (“Mother Nature”), uno stesso fervore vocale potremmo quasi dire, vicino ad una perversa Skin degli Skunk Anansie. Abbiamo poi la sfacciataggine di un buon singolo come “Contradictions” (qui il video ufficiale) ma anche ed in ugual modo pezzi movimentati come “No One to Blame”. Insomma questo debutto dimostra a pieno titolo che i Rewout hanno sicuramente qualcosa da dire e ancora della strada da percorrere (la produzione in alcuni frangenti lascia un pò a desiderare, soprattutto riguardo la parte strumentale anche se, bisogna ammetterlo, il basso del buon Flavio Landolfo sa ugualmente prendersi i suoi spazi) ma le carte in tavola ci sono tutte per ottenere buoni risultati ed in futuro, magari, portare alla luce degni successori di questo debutto. 





1. No One to Blame
2. Extract of a Life
3. Contradictions
4. I Wish I Was Mad
5. It’s All Good
6. Mother Nature
7. Rush

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