Rhapsody Of Fire
Live - From Chaos To Eternity

2013, AFM Records
Power Metal

Recensione di Fabio Petrella - Pubblicata in data: 09/05/13

Lo scioglimento dei Rhapsody of Fire ha provocato nella scena metal sinfonica lo stesso turbamento che lo Scisma Protestante cagionò nella cristianità; la crisi amichevole del rapporto tra il maestro di spada Luca Turilli e l’alchimista Alex Staropoli, durato quasi vent’anni, ha strappato una delle pagine più importanti del metallo nostrano gettando nello sconforto migliaia di fan cresciuti con il sogno di emulare le gesta dell’intrepido Guerriero di Ghiaccio; la riforma è coincisa con l’affissione di “Ascending To Infinity” dei Luca Turilli's Rhapsody sulle porte della Oscura Torre degli Abissi; come il frate agostiniano Martin Lutero il chitarrista triestino ha tagliato corto con il passato e dopo aver abbandonato la tanto cara Algalord (accompagnato dal fedele Dominique Leurquin) ha rimodellato la propria fede in un’esperienza a dir poco bombastica; nella sua nuova cerca Turilli si è portato dietro il nome della band e dopo aver arruolato Alessandro Conti, singer talentuoso dei modenesi Trick or Treat, si è gettato a capofitto nella personalissima missione di avvicinare la sua musica al mondo amatissimo delle colonne sonore: così è nato quello che è stato definito Cinematic metal mentre i Rhapsody, dietro il volere dei fondatori, si sono sdoppiati intellettualmente (e fisicamente) come il Visconte dimezzato di Italo Calvino.

A dirla tutta, i Rhapsody of Fire, seppur ancora non legalmente, erano divisi da tempo; la dimensione bipolare della band era chiaramente riscontrabile negli ultimi album, così freddi e distaccati rispetto alle prime opere – le più genuine – dei menestrelli. Un’automobile non può andare contemporaneamente in due direzioni opposte e la scelta della separazione è diventata a un certo punto inevitabile. D’altronde Turilli con la sua carriera solista ha sempre manifestato l’interesse di ritagliarsi un proprio spazio lontano dal pianeta madre. Ora, a quasi un anno dall’uscita del nuovo esordio dell’elfico guitar hero, fa capolino sugli scaffali “Live - From Chaos To Eternity”, il secondo live dei Rhapsody ma il primo senza lo storico chitarrista e compositore.

In attesa di saggiare i nuovi intrugli preparati da Staropoli, questo doppio live album fa calare definitivamente il sipario sui percorsi narrativi (le saghe Emerald Sword e The Dark Secret) che hanno affiancato la musica dei triestini dagli inizi fino a “From Chaos To Eternity”; nel complesso il risultato è onesto, egregio se confrontato con il torbido “Live in Canada – The Dark Secret” che metteva a nudo tutte le fragilità della band in sede live. La registrazione è buona, anche se pone troppo in rilievo la componente sinfonica dei brani smorzando la calorosa partecipazione del pubblico: in alcuni frangenti sembra addirittura di essere all’ascolto di un album studio. Tom Hess e Roberto de Micheli (sostituti di Turilli e Leurquin), per loro conto, si dimostrano all’altezza della situazione. Ma non è tutto oro quel che luccica: Fabio Lione, rimasto dalla parte di Staropoli, nonostante una talento unico si dimostra ancora non del tutto affidabile sul palco (lo storpiamento dei testi non è una novità e il carisma non è certo quello di Bruce Dickinson); il cantante pisano ricorda un vanesio e forte leone che ritorna dalla savana senza selvaggina tra le fauci. Un altro punto a sfavore del doppio live album, anche se appare comprensibile la scelta di voler puntare sui brani di ultimo corso, è la scaletta: tra i ventiquattro capitoli - comprensivi di intermezzi - registrati durante il tour europeo è abbastanza spiacevole l’assenza dei grandi classici; escluse “Emerald Sword” (simbiosizzata all’intro “Epicus Furor”) e “Land of Immortals” non si rileva la presenza di altre canzoni estratte da “Legendary Tales” e “Symphony Of Enchanted Lands”. Uno snobismo difficile da mandare giù.

“Live – From Chaos To Eternity” per i Rhapsody Of Fire segna il confine tra il passato e il futuro. Il doppio live album è l’ultimo desiderio che la band di Staropoli ha voluto concedere ai sostenitori nostalgici dei tempi andati, quando gli unicorni correvano liberi nelle foreste e si poteva ancora sbocconcellare della carne secca in un villaggio di nani ospitali. “Per il re, per la terra, per le montagne” è oramai un motto caduto in disuso. Alla stregua del tuono per i dirupi il crepuscolo si è abbattuto sulle Terre Incantate.




CD1

 

01. Dark Mystic Vision

02. Ad Infinitum

03. From Chaos to Eternity

04. Triumph or Agony

05. I Belong to the Stars

06. The Dark Secret

07. Unholy Warcry

08. Lost in Cold Dreams

09. Land of Immortals

10. Aeons of Raging Darkness

11. Dark Reign of Fire

12. Drum Solo

 

CD2

 

01. The March of the Swordmaster

02. Dawn of Victory

03. Toccata on Bass

04. The Village of Dwarves

05. The Magic of the Wizard's Dream

06. Holy Thunderforce

07. Reign of Terror

08. Knightrider of Doom

09. Epicus Furor

10. Emerald Sword

11. Erian's Lost Secrets

12. The Splendour of Angels' Glory (A Final Revelation)

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