Richie Kotzen
Salting Earth

2017, Headroom-Inc
Hard Rock

Recensione di Sergio Mancuso - Pubblicata in data: 12/06/17

Richie Kotzen, voce e chitarra solista dei Winery Dogs - l'onnipresente Portnoy è alla batteria del supergruppo -, durante una pausa degli stessi, ha deciso di portare avanti la sua ultima fatica solista sfornando "Salting Earth". L'album risulta, nella sua interezza, un tributo all'hard rock e alla musica che l'artista ha amato da giovane.

 

L'apertura è affidata a un trittico di canzoni con le quali Kotzen vuole mettere in chiaro fin da subito le cose: "End Of Earth", brano di cui suoni si espandono prendendo un'impostazione altisonante, è una vera e propria opera hard rock; si continua con "Thunder" forte, sporca, dalle palesi influenze grunge, e si finisce con "Divine Power", più cupa e intimista rispetto alle altre. Con sapiente scelta, la canzone più leggera "I've Got You" è messa proprio in successione riportandoci nelle giuste condizioni per ascoltare un lavoro che non vuole essere troppo impegnato. Lavoro che trova il proprio apice in "Make It Easy", un funky ben suonato e arrangiato che suonerebbe benissimo in sede live. "My Rock", invece, si presenta come il punto più basso: un pezzo sdolcinato e poco originale. Da prendere in considerazione sono anche "This Is Life", nella quale l'influenza di Marvin Gaye è palese e celebrata, e "Cannonball" un vero e proprio soul.

 

Tirando le somme, si potrebbe dire che Richie, arrivato oramai al ventunesimo album, sa come fare il proprio mestiere: ha creato un disco che ripercorre diverse tappe della propria carriera riunendole sotto un unico filo conduttore, quello della chitarra. Richie è fondamentalmente un virtuoso del proprio strumento, e sa davvero come farlo suonare splendidamente.





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