Roam Inside
Roam Inside

2013, Bagana Records
Alternative Metal

Recensione di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 13/05/13

Più profondo del Grunge, meno diretto del Metal più classico.

 

È in un limbo pervaso di rammarico e melodia che matura lentamente il sound dei Roam Inside, in cui risiede molta ispirazione e, forse, meno personalità di quanto ci si aspetti. E dire che le basi su cui lavorare sono davvero importanti: la band milanese fa chiaramente riferimento a Black Stone Cherry, Alter Bridge e Nickelback dal punto di vista delle tonalità aspre e decise, e qui si inseriscono testi che parlano di pessimismo, scarsa fiducia e ombra in cui si intravede in lontananza un barlume di speranza, aspetti apertamente tratti da alcune riflessioni di Kurt Cobain. Una grande responsabilità poggia quindi sulle spalle della formazione trainata dai fratelli Bruckelmann e dal vocalist italo-canadese Dave Sorrisi, a cui si aggiungono Alessio De Martini e il tanto atteso batterista Dario Cani: le differenti origini dei membri dei Roam Inside provocano un vortice di sentimenti e pensieri che vengono accuratamente racchiusi nel disco omonimo.

 

L'aspetto più curioso nella riflessione melodica generale è l'illuminazione provocata da alcune parti, come in "Better Days", "Under My Skin" o nella iniziale "Anxiety", in cui sembra quasi che un sottile tocco di Blues pervada e assottigli con un velo di provocazione la potenza generata dalle chitarre di Marco Bruckelmann e Alessio De Martini, ed è proprio questa la caratteristica vincente che premia la realizzazione dell'album. La conclusiva "Burden", traccia acustica e davvero gradevole, sancisce definitivamente la passione, la forte sensibilità e la romanticità che di sicuro appartiene ai Roam Inside ma che non emerge particolarmente nelle canzoni antecedenti.

 

Le potenzialità per i vincitori della Bagana Battle Of The Bands 2011 sono davvero molte: tra vari concerti nel NordItalia e input per lavori futuri, l'augurio migliore è quello di riuscire a trovare una definitiva identità. Nel frattempo, l'ascolto del disco di debutto è consigliato ai cultori del genere e a chi, senza pregiudizio, è disposto a intraprendere per qualche minuto la controversa "Another Way".

 





01. Anxiety
02. Under My Skin
03. Greater Than Hell
04. Quiet Revenge
05. Behind The Clouds
06. Far
07. Crawl
08. Another Way
09. Better Days
10. Get It Wrong
11. Burden

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